Come previsto, la Corte di Cassazione ha ammesso la richiesta di indizi0ne del referendum confermativo sulla riforma della Costituzi0ne senza “spacchettare” il quesito, che sarà quindi unico e dovrà abbracciare un ventaglio ampio di modifiche, quindi di difficile interpretazione per gli elettori.
Ora il governo ha 60 giorni di tempo per fissare la data in cui la consultazione referendaria dovrà svolgersi, data che dovrà cadere in una domenica tra il 50° e il 70° giorno dopo la promulgazione del decreto da parte del presidente della Repubblica.
Il M5s: fare presto. “Ora che la Corte di Cassazione si è pronunciata, Renzi deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale”. Lo affermano in una nota congiunta i parlamentari M5s di Camera e Senato. “Ogni altro tentativo di rimandare il voto alle calende greche, oltre a quelli messi in atto fino ad ora – proseguono – , rappresenterebbe una grave violazione delle regole democratiche e una mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cittadini italiani. Siamo stanchi dei soprusi della casta e dei ladri di democrazia che, con lo stravolgimento dei principi fondamentali sanciti dalla riforma costituzionale voluta dal trio Renzi-Boschi-Verdini e con i loro giochini di palazzo, cercano di erodere il cardine della sovranità popolare. L’esecutivo la smetta con questa condotta antidemocratica altrimenti porremo in essere tutte le iniziative democratiche a nostra disposizione affinché i cittadini possano esprimersi al più presto su un tema così delicato e importante come questo. Abbiamo compreso che Renzi, il quale prima affermava che il referendum si sarebbe svolto il 2 ottobre, vuole far votare gli italiani solo quando avrà in mano sondaggi positivi”.
Anche Brunetta insiste. Dello stesso tono la dichiarazione del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta:”Ora il governo indichi subito la data del voto, senza scuse e trucchetti”.
Renzi, invece, si limita a compiacersi della decisione della Cassazione di ammettere la richiesta di referendum, provvedimento scontato perché il referendum confermativo è obbligatorio quando una modifica della Costituzione viene adottata dai due rami del parlamento con meno del consenso dei due terzi di entrambe le Camere.
Più problematica è la formulazione del quesito che gli elettori troveranno sulla scheda: se formulato in modo ambiguo e furbesco può trarre in inganno su ciò che si va ad approvare o a bocciare. Importante però è anche la data: prima Renzi aveva fretta, ma, dopo l’esito, disastroso per il Pd, delle ultime elezioni amministrative, pare sia intenzionato a farla slittare il più possibile nel tentativo di recuperare i consensi perduti.
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