Due donne travolte da una mieti-trebbiatrice nei campi di San Giuliano Milanese. I corpi ritrovati dopo una telefonata di una delle due vittime

Il luogo del ritrovamento da parte di carabinieri e vigili del fuoco dei cadaveri delle due donne investite dalla trebbiatrice nei campi di San Giuliano Milanese (foto Ansa di Andrea Canali)

Due giovani donne sono state travolte e uccise da una mietitrebbiatrice nelle campagne di San Giuliano Milanese (Mi).  Una angosciata segnalazione – sulle cui tracce si erano messi immediatamente i carabinieri –  era arrivata ieri mattina da una telefonata al 112 che segnalava l’incidente e il decesso di una donna e il ferimento dell’altra. I corpi esanimi di entrambe e vittime sono stati trovati attorno alle 20 di ieri sera , in un campo di mais che costeggia la tangenziale Ovest.

Le vittime erano una 32enne e una 28enne di origini marocchine. Nella telefonata arrivata ieri ai carabinieri una donna (che non ha fornito le generalità) ha riferito in lingua araba di trovarsi in un campo di mais ai confini con San Donato Milanese, e che lei e la sua amica erano state investite da una mietitrebbia. “Aiuto, siamo state investite da una trebbiatrice, la mia amica è morta e io sono ferita”: queste le sue parole prima che la linea telefonica si interrompesse durante la chiamata. Da quel momento il numero non è stato più raggiungibile.

Fin da subito i carabinieri della compagnia di San Donato Milanese hanno avviato le ricerche (con l’ausilio degli elicotteri del 118 e del secondo nucleo elicotteri carabinieri di Orio al Serio) nella zona dove era stato localizzato il cellulare della donna (San Giuliano Milanese, via Toscana, in aperta campagna), mentre hanno contestualmente informato la Procura della Repubblica di Lodi per la localizzazione del telefono, che è risultato irraggiungibile e che, quindi, non è stato possibile rintracciare.

I carabinieri hanno anche richiesto alla Prefettura di Milano l’attivazione del piano di ricerca di persone scomparse, che ha coinvolto i carabinieri della territoriale e del terzo reggimento ‘Lombardia”, i vigili del fuoco, con alcune unità cinofile, e la Protezione Civile.

INDAGINI- Prende quota l’ipotesi dell’investimento delle due giovani maocchine, probabilmente da parte di un mezzo agricolo che sparge pesticidi.  Il mezzo agricolo, che avrebbe lavorato il campo venerdì mattina, è stato sequestrato e la persona alla guida del ‘trattore’ sarebbe già stata sentita dagli inquirenti. L’uomo ha detto di non essersi accorto di nulla. Sono i primi dettagli che emergono dalle indagini. Una delle due ragazze aveva chiamato i carabinieri venerdì mattina per cercare aiuto parlando di una “trebbiatrice” che le avrebbe investite. Ci sarebbero segni compatibili con lo schiacciamento e con il trascinamento sui corpi delle due ragazze, secondo i primi accertamenti dei medici legali che sono andati ieri sera sul posto dopo il ritrovamento da parte dei carabinieri. A definire esattamente la dinamica della morte sarà l’autopsia: nei prossimi giorni sarà conferito l’incarico dalla Procura di Lodi che sta conducendo le indagini.

Inoltre con le due ragazze potrebbero esserci state altre persone, forse amici, al momento dell’incidente. E’ l’ipotesi a cui i carabinieri stanno lavorando, allargando il campo delle indagini a possibili altri testimoni della vicenda, che resta ancora senza certezze. Sara El Jaafari, 28 anni, e Hanan Nekhla, 32 anni, sono state trovate senza vita ieri sera in una scena definita “complessa”, tra piante alte quattro metri: erano su un giaciglio di fortuna, tra coperte, cellulari, zampironi, bottiglie di alcolici e pezzi di carta stagnola, un dettaglio che suggerisce l’utilizzo di sostanze stupefacenti, probabilmente la sera prima dell’incidente.

I medici legali intervenuti ieri sera sul luogo del ritrovamento hanno riscontrato sui corpi segni di schiacciamento e parziale trascinamento compatibili con l’investimento da parte di un trattore. Non c’era, invece, alcuna lesione grave né tracce di sangue. Una delle ipotesi è che una delle due donne, la 28enne che ha chiamato il 112, possa essere morta per aver inalato ingenti quantità di pesticida. L’eventualità potrà essere confermata solo dall’autopsia e dall’esame tossicologico, che saranno fissati dalla Procura di Lodi nei prossimi giorni.

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