Due operai di 52 e 53 anni sono morti ad Aliano (il paese in Basilicata dove fu mandato in esilio dal fascismo lo scrittore Carlo Levi) per aver respirato le esalazioni provenienti da un pozzo di manutenzione di una discarica in cui stavano lavorando. Le due vittime sono entrambe di Potenza, dove ha sede la ditta che curava le condizioni della discarica.
Il pozzo, profondo tra i 10 e i 30 metri, sarebbe stato utilizzato per l’aspirazione del percolato, cioè del materiale prodotto dai rifiuti accumulati nella discarica, chiusa dal 2013, ma dove periodicamente si effettuano lavori di manutenzione. Il secondo operaio sarebbe morto nel tentativo di soccorrere il collega rimanendo anche lui intossicato dall’anidride carbomica . L’allarme è stato dato dall’autista dell’autocisterna, che doveva caricare il materiale accumulato in una vasca per trasferirlo in un centro di smaltimento.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha espresso il cordoglio ai familiari delle due vittime; l’assessore regionale al lavoro, Francesco Cupparo – attraverso l’ufficio stampa della giunta – ha reso noto che “in attesa che le indagini della magistratura facciano il loro corso” sarà attivata “ogni possibile iniziativa al fine di accertare le responsabilità e per capire come sia stato possibile questo ulteriore incidente”.
Secondo l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, dall’inizio dell’anno sono 458 i morti sul lavoro.
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