di NUCCIO FAVA* – Servirebbe un soprassalto di senso civico e di assunzione di responsabilità da parte di tutti. Prevale invece un corto circuito che domina la scena pubblica per intere giornate. Una cattiva politica va avanti con decreti e colpi di fiducia che sviliscono il Parlamento, attraversato da sceneggiate inappropriate, applausi e reazioni ad effetto replicate senza pudore anche in piazza. I media amplificano con compiacimento e sarcasmo il disfacimento di un sistema politico allo stremo, “nobilitato” forse, se così può dirsi, dalle cerimonie di consegna dei ventagli ai presidenti di Camera e Senato e al presidente della Repubblica. Non sarebbe male consegnare questo benedetto ventaglio anche all’inquilino di palazzo Chigi che più di tutti avrebbe bisogno di auguri, suggerimenti e critiche, dinnanzi alle enormi difficoltà da affrontare. Si procede invece con comunicazioni-spot, brevi messaggi sui vari social, ripresi su vasta scala con ripetizioni e riproposizioni acritiche. Occupando in continuazione le reti a scopo di propaganda oppure di dileggio e protesta.
Il cittadino è alla fine portato all’incredulità, si sente preso in giro, sfiduciato verso una politica poco o nulla credibile, alle prese tutt’al più con misure di emergenza e tentativi tardivi di riparare falle antiche colpevolmente trascurate per anni.
Valgano alcuni esempi che più inquietano in questa calda estate creando preoccupazione, scandalo e clamore: la siccità e gli incendi. In particolare il rischio per Roma di restare a secco; la devastazione della penisola per incendi anche ai bordi delle autostrade e dei binari delle ferrovie. E’ solo emergenza? E’ solo colpa del gran caldo senza precedenti? Fattori sicuramente molto seri con l’aggravante di azioni criminali in vista di future speculazioni e l’acquisizione di pascoli e terreni. Altrettanto vero però che siamo pur sempre un paese con grandi risorse idriche non gestite al meglio, anzi in molti tratti peggio di un colabrodo, prive di manutenzione adeguata. Come la vicenda del lago di Bracciano, con il balletto tra Comune e Regione sulle reciproche responsabilità, ne è conferma grave e grottesca.
L’opinione pubblica oscilla così tra sgomento e timori, mentre i media amplificano rischi e danni irreparabili comunicando magari poco dopo, con analoga eccitazione, notizie tranquillanti sullo scampato pericolo, corredate da qualche intervistina all’esperto di turno e alle responsabilità di Trump che si oppone all’accordo sul clima di Parigi. Si passa così da un temuto cataclisma prossimo venturo alla doccia fresca e rigenerante mentre il cammino da percorrere resta invece accidentato e difficile.
Questo nostro pressapochismo o superficialità i francesi lo riassumono nell’espressione “à l’italienne” per dire che siamo confusionari e approssimativi. Tentano però di approfittarne con tecnica da doppiogiochisti, come nel caso di Fincantieri o in quello della Libia e annessa questione dei migranti. Ha fatto bene il governo italiano a rispondere per le rime, ma la battaglia sarà lunga anche in sede europea senza eccessi di timori e pudori diplomatici perché la ragione ed il decoro stanno dalla parte dell’Italia.
*Nuccio Fava è stato direttore del Tg1 e del Tg3 e delle tribune politiche Rai
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