E’ morto Giuseppe Ciarrapico, 85 anni vissuti freneticamente e pericolosamente tra imprenditoria, editoria, sanità e politica

Giuseppe Ciarrapico in una foto del 3 maggio 2012 quando fu ricoverato al pronto soccorso del Policlinico Gemelli(foto Ansa di Massimo Percossi) 

E’ morto nella clinica Quisisana a Roma, dove era da tempo ricoverato, Giuseppe Ciarrapico, imprenditore dell’editoria e della sanità, ma anche politico di lungo corso, nonché, dal 1991 al 1993 presidente della Roma calcio.

Aveva 85 anni, vissuti intensamente e senza confini, con una straordinaria capacità di risollevarsi dalle disavventure in cui la sua frenesia lo faceva scivolare. Tra il 1991 e il 1993 era stato presidente della As Roma.  Nato e cresciuto a Roma, in gioventù è stato un simpatizzante del fascismo; poi si era avvicinato alla Democrazia cristiana per l’amicizia con Giulio Andreotti. Dal 2008 al 2013 è stato senatore per il Popolo delle Libertà con Berlusconi.

Ma la sua iniziativa imprenditoriale, spesso avventurosa e al limite della spregiudicatezza, spaziò in molti campi, alternando successi a insuccessi, soprattutto saltando da un campo all’altro e da un’amicizia politica all’altra, senza confini. Negli anni ottanta era stato presidente delle Terme di Fiuggi, pur continuando  a gestire una tipografia a Cassino, dove stampava quotidiani regionali, ma anche libri. Per l’attività editoriale arrivò fino in Sicilia. Ma fu anche soprannominato “re delle acque minerali”, avendo gestito oltre alle sorgenti di Fiuggi anche quelle di Recoaro.

Non si fece però mancare iniziative culturali collegate alle sue attività imprenditoriali, come quando organizzò il Premio Fiuggi: a una edizione intervenne anche l’ex presidente dell’Urss Michail Gorbaciov.

Ma accumulò molte presenze in cronache giudiziarie nelle vesti di imputato per vicende legate alle sue iniziative imprenditoriali: dalla Casina Valadier al crack Ambrosiano, dal finanziamento illecito ai partiti allo scandalo Safim, ed altre vicende. Tant’è che nel 2015 il Senato gli aveva sospeso il vitalizio parlamentare a causa delle condanne penali che aveva accumulato. Si è spento nella clinica che per alcuni anni era stata diretta da sua figlia Micaela.

 

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