E’ morto il grande attore francese Jean-Paul Belmondo. 88 anni, divo della nouvelle vague, era nato a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile 1933. Aveva recitato anche in Italia sotto la direzione, tra gli altri, di Alberto Lattuada, Vittorio De Sica e Renato Castellani accanto a Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Sophia Loren e Stefania Sandrelli.
Protagonista di film pluripremiati, considerato uno degli attori più affascinanti e più bravi non solo del cinema francese. Ebbe anche un rapporto affettivo con l’attrice Laura Antonelli.
La sua carriera è iniziata negli anni ’50 in palcoscenico: Belmondo collabora con registi del calibro di Robert Hossein e Claude Lelouch, per i quali interpreta ruoli da protagonista in opere come ‘Les Miserables’ di Victor Hugo, ‘Cyrano de Bergerac’ di Edmond Rostand, ‘L’Avare’ di Moliere, ma anche ‘La bisbetica domata’ di William Shakespeare e ‘Kean’ di Jean-Paul Sartre.
Ma è il cinema che esalta il suo volto eternamente abbronzato: oltre 80 pellicole, alcune indimenticabili come ‘Fino all’ultimo respiro‘ o ‘L’uomo di Rio‘ gli regalano ruoli che lo consacrano come ‘Bebel‘ o anche ‘Il Magnifico’.
Volto da pugile, ma sorriso accattivante, lo vogliono registi del livello di Godard, Resnais, Malle, Truffaut, Melville, Deray, Lelouch. “Volevo fare il clown, andavo sempre al circo. Era solo quello che mi piaceva. Il pugilato e il circo”, aveva detto in una intervista.
Nato il 9 aprile 1933, a Neuilly, in una famiglia borghese e di artisti (suo padre era uno scultore), la sua carriera cinematografica decolla nel 1959, grazie a Godard. Il regista lo sceglie per interpretare il seducente delinquente Michel Poiccard in ‘Fino all’ultimo respiro‘, che diventerà il manifesto della Nouvelle Vague: a fianco di Jean Seberg, che interpreta un giovane americano a Parigi, Jean-Paul Belmondo è un furfante innamorato.
A due anni dal successo di ‘Cartouche‘, film di cappa e spada con Claudia Cardinale, Belmondo torna alle riprese con Philippe de Broca: per ‘L’uomo di Rio‘si imbarca per il Brasile, dove interpreta un soldato semplice in congedo che deve salvare la sua ragazza.
Quattro anni più tardi, nel 1969, guidato da Francois Truffaut, Belmondo gira con Catherine Deneuve, ‘La mia droga si chiama Julie‘: i due attori francesi più ricercati dell’epoca vivono nel film un’infuocata storia d’amore sotto il sole di La Reunion.
In “Borsalino“, del 1970, Jacques Deray riunisce per la prima volta sul grande schermo i due grandi protagonisti maschili del cinema francese dell’epoca: Belmondo e Alain Delon. I due si scontrano anche nella realtà, sull’ordine dei loro nomi sulla locandina del film, e finisconoo in tribunale.
Negli anni ’70 e ’80 seguono i grandi successi commerciali, come “L’Asso degli assi“: diretto da Ge’rard Oury, Belmondo interpreta un ex pilota della prima guerra mondiale che, diventato allenatore di boxe, arriva nella Germania nazista per le Olimpiadi del 1936. In ‘Una vita non basta‘ nel 1988, Claude Lelouch offre a Belmondo il suo ultimo grande ruolo cinematografico, incoronato con il Premio Cèsar come miglior interprete.
Premiato con la Palma d’Onore a Cannes nel 2011, il Leone d’Oro a Venezia nel 2016, Belmondo viene premiato, al César del 2017, con una lunga standing ovation.
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