Il cinema perde uno dei suoi miti: è morto Sean Connery, il primo e indimenticabile James Bond. Ma non è stato solo lo strepitoso agente segreto ideato da Ian Fleming: è stato molto di più, come dimostrò quando si cimentò nel ruolo di Baskerville nel capolavoro tratto dal romanzo di Umberto Eco, “Il nome della rosa”, e nei film che gli valsero un Premio Oscar, tre Golden Globes e due Bafta. Aveva 90 anni. È morto nel sonno dopo aver combattuto una lunga malattia rivelatasi mentre si trovava alle Bahamas.
Il vero colpo di fortuna arriva per lui nel 1962 quando entra nel cast del film sullo sbarco in Normandia, Il giorno più lungo,accanto a Robert Mitchum, Rod Steiger, Henry Fonda, John Wayne e Richard Burton.
E diventa un simbolo nel ruolo della spia più nota del mondo (dopo Mata Hari), con licenza di uccidere e di conquistare donne. Leggendaria la frase co la quale si presenta: «Il mio nome è Bond. James Bond», che ripeterà in altri 6 film, tra cui Agente 007 – Licenza di uccidere (1962) a Mai dire mai (1983), sempre protetto da una parrucca per coprire la calvizie manifestatasi già quando aveva appena 21 anni. E avrà come partner femminili attrice della fama di Ursula Andress, Daniela Bianchi, Honor Blackman, Akiko Wakabayashi e Kim Basinger e come registi Terence Young, Guy Hamilton, Lewis Gilbert, Irvin Kershner, fino ad Alfred Hitchcock (nel giallo Marnie) e Sidney Lumet, che lo imporrà come protagonista di pellicole come La collina del disonore (1965), Rapina record a New York (1972), Riflessi in uno specchio scuro (1973) e Assassinio sull’Orient Express (1974).
Nel ’69 si cimenterà anche nella regia per un documentario operaio, The Bowler and the Bonnet, che rimarrà la sua unica esperienza i questo ruolo.
Nel ’75 si separa dalla moglie e sceglierà come nuova compagna per il resto della vita Micheline Roquebrune.
Le pellicole che lo vedono protagonista continuano ad essere tante, ma parecchie anche le sue rinunce a offerte di produttori e registi di chiara fama. L’ultimo film che lo vede protagonista è La leggenda degli uomini straordinari (2003), e rifiuta anche altre allettanti offerte perché la cataratta gli offusca la vista e decide di trasferirsi fra la Spagna e le Bahamas con la moglie. Poi il definivo addio al cinema quando nel gennaio 2006 deve operarsi a New York per l’asportazione di un tumore a un rene.
“La Scozia è in lutto”, scrive la premier scozzese, Nicola Sturgeon, su Twitter. “Mi si è spezzato il cuore dopo aver saputo della morte di Sir Sean Connery. Il nostro Paese piange uno dei suoi figli più amati”, continua. “Sean è nato in una famiglia operaia di Edimburgo e grazie al talento e al duro lavoro è diventato un’icona del cinema internazionale e uno degli attori più affermati al mondo”.
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