Per la prima volta c’è stato in Italia uno sciopero dei lavoratori di Amazon per rivendicare un trattamento rispettoso dei diritti di quanti stanno consentendo alla capofila internazionale delle spedizioni di realizzare enormi profitti, moltiplicatisi ancor più in periodo di pandemia. Per 24 ore si sono fermati gli addetti degli hub e di quelli alle consegne, i driver, circa 30-40mila in tutta Italia. Si tratta di fatto del primo stop in Italia di tutta la filiera, e i dipendenti che dalle 7 hanno incrociato le braccia davanti ai cancelli degli stabilimenti del colosso del commercio elettronico, hanno chiesto la solidarietà dei consumatori, invitandoli a evitare acquisti per l’intera giornata.
Lo sciopero è stato indetto da Filt Cgil, Fit Cisl, e Uiltrasporti riguarda tutto il personale dipendente di Amazon Logistica Italia cui è applicato il CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, Amazon Transport Italia e di tutte le società di fornitura di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per Amazon Logistica e Transport.
“La convinta adesione al primo sciopero in Italia delle lavoratrici e dei lavoratori della filiera di Amazon, indetto dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, e la piena riuscita delle iniziative di mobilitazione, richiede risposte da parte della multinazionale e l’immediata riapertura delle trattative, per arrivare a un accordo sulle richieste avanzate relative ai salari, alle stabilizzazioni e alle condizioni di lavoro“, ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Le tante manifestazioni di solidarietà, che ci sono state in queste ore nei confronti degli addetti agli hub e alle consegne e dei driver (circa 40mila in tutta Italia), anche da parte di esponenti della politica e delle istituzioni – prosegue il segretario della Cgil – devono ora trasformarsi in atti concreti da parte del Governo e del Parlamento, per riaffermare il principio che fare impresa nel nostro Paese vuol dire riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva nazionale e aziendale, e a un corretto sistema di relazioni sindacali. Condizioni necessarie – conclude Landini – per ridare dignità alle persone, sconfiggere la precarietà e garantire un lavoro di qualità“.
La mobilitazione è stata annunciata dieci giorni fa perché, hanno spiegato i sindacati, la trattativa tra Filt Cgl, Fit Cisl, Uiltrasporti e Assoespressi, sulla piattaforma per la contrattazione di secondo livello della filiera Amazon, “si è interrotta bruscamente a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale ad affrontare positivamente le tematiche poste dal sindacato“.
L’adesione allo sciopero è stata intorno al 70-75%, ha specificato il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio.
Dal canto suo, la country manager di Amazon.it e Amazon.es, Mariangela Marseglia, rivolgendosi ai clienti della piattaforma di commercio elettronico, ha tenuto as garantire che “l‘impegno verso i nostri dipendenti e quelli dei fornitori di servizi di consegna è la nostra priorità assoluta“, aggiungendo: “In Amazon rispettiamo il diritto di ogni individuo ad esprimere la propria posizione e voglio ringraziare personalmente i colleghi e i dipendenti dei fornitori dei servizi di consegna che ogni giorno lavorano per assicurare che i nostri clienti possano ricevere i loro ordini . L’emergenza sanitaria tuttora in corso – ha aggiunto – ha avuto un grande impatto sulla vita di tutti noi. Prendiamo molto sul serio il nostro compito di continuare a fornirvi un servizio utile, così come quello di proteggere la salute e la sicurezza di tutto il nostro personale, permettendovi di acquistare e ricevere i prodotti di cui avete bisogno restando a casa il più possibile. Il nostro impegno nei confronti dei nostri dipendenti non si ferma. Continueremo ad assicurarci che tutto il nostro personale sia adeguatamente protetto, monitoriamo i cambiamenti e aggiorniamo costantemente le misure preventive giorno per giorno. Offriamo test gratuiti e supporteremo in tutti i modi il piano di vaccinazione, appena sarà possibile, per far sì che ogni persona che frequenti i nostri siti venga adeguatamente assistita“.
Inoltre la Marseglia tiene a precisare: “Essere l’azienda più attenta al cliente al mondo significa anche informarvi sulla realtà dei fatti, soprattutto quando questi rischiano di non emergere adeguatamente, per continuare a meritarci la vostra fiducia. I fatti sono che noi mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale. Usiamo le più avanzate tecnologie e le mettiamo al servizio dei nostri lavoratori e fornitori per migliorare la sicurezza sul lavoro e semplificarlo“.
Evidentemente, se i dipendenti hanno scioperato, perdendo una giornata di salario, le cose stanno un po’ diversamente da come la dirigente di Amazon le presenta. L’importante, però, è che i padroni di Amazon ne prendano atto e ne traggano conseguenze tali da creare le condizioni perché coloro che vi lavorano non siano costretti a scioperare per ottenere un trattamento rispettoso dei loro sacrosanti diritti.
Sulla vertenza è intervenuto anche il vicesegretario Pd, Giuseppe Provenzano, che su facebook scrive: “Oggi i lavoratori e le lavoratrici di #Amazon scioperano. È il primo caso al mondo in cui l’intera filiera, dai magazzini ai corrieri, aderisce alla mobilitazione. Il Partito Democratico è pronto a incontrarli per ascoltarne le ragioni e difendere i diritti del lavoro nell’era dell’algoritmo“.
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