di LUCA DELLA MONICA – In vista della seduta del Senato di martedì 20 – quando il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si presenterà in aula per rendere delle comunicazioni dopo la presentazione della mozione di sfiducia contro di lui da parte della Lega (il cui capo è il vice presidente del Consiglio, Matteo Savini) – si rincorrono prese di posizione, voci e fake news di cui è persino difficile dar conto per la contraddittorietà che le distingue. Soprattutto sconcertano le alterne sortite dello stesso Salvini, nel tentativo uscire dal cul de sac in cui si è cacciato.
E’ difficile elencarle, eppur bisogna provarci. Partiamo da ciò che dice lo stesso Salvini. Il quale ha abbandonato la baldanza con cui aveva avviato di fatto l’apertura della crisi di governo. E ora gioca su due tavoli: a) un tentativo di riallacciare i rapporti con il M5s accettando di votare la riforma che prevede un netto taglio del numero di parlamentari sia in Senato che alla Camera e addirittura facendo filtrare l’ipotesi (respinta dall’interessato) di proporre il ruolo di capo del governo a Di Maio ; b) esaltare (per allontanarli demonizzandoli) i tentativi che arrivano dal Pd – come quello lanciato ieri dal capogruppo della Camera, Delrio – di intessere un tentativo di patto (quasi un «contratto di governo» alla tedesca) con il M5s da parte non solo del Pd ma anche di altri gruppi (esclusi quelli della destra) che siedono in parlamento.
Insomma i giochi si fanno sporchi, tant’è che il M5s è stato costretto a diffondere una nota per smentire la voce diffusa in giornata che Matteo Salvini sarebbe pronto a offrire la presidenza del Consiglio a Luigi Di Maio pur di riappacificare gli alleati e far rientrare la crisi di governo, per evitare la formazione di una nuova maggioranza.
“Quanto riportato da alcuni organi di stampa è totalmente falso», sottolinea il M5s, che smentisce così il retroscena secondo cui starebbe trattando con la Lega a un nuovo governo giallo-verde guidato da Di Maio, con Salvini suo vice e Conte destinato a Bruxelles come commissario europeo. “Non solo – proseguono i pentastellati – nessuno dei quotidiani ha contattato fonti ufficiali del Movimento 5 stelle con l’intento di verificare questa clamorosa fake news. Sono cascati nel giochino di qualcuno, ma siamo abituati ormai. Non ci interessano poltrone, non ci interessano giochi di palazzo. Per noi è importante il taglio dei 345 parlamentari per dare un grande segnale di cambiamento. Punto. Abbiamo sempre lavorato per fare il meglio del Paese e soprattutto in questo momento dopo che la Lega ha fatto piombare l’Italia in una crisi senza precedenti”.
Perciò i 5Stelle tornano ‘all’attacco’, ribadendo in un post su Facebook: “Il 20 agosto noi saremo in aula insieme al presidente Giuseppe Conte e vedremo chi avrà il coraggio di sfiduciarlo. Nel frattempo notiamo che la Lega, dopo aver aperto la crisi di governo in pieno agosto, non ha ancora ritirato i propri ministri, così come aveva annunciato lo stesso Matteo Salvini. In pratica si stanno preparando a sfiduciare Conte, quindi il governo di cui fanno parte, rimanendo però attaccati alla poltrona. Illogico e assurdo!», osservano i pentastellati, che corredano la notizia con una foto nella quale inquadrano 8 poltrone coni ritratti degli otto esponenti del partito di Salvini che siedono al Governo seguita dalla domanda: “Perché non si dimettono?”.
Salvini replica, conciliante, ricordando che «a differenza del PD, la Lega ha già votato e voterà ancora per il taglio dei parlamentari. Bene il risparmio di mezzo miliardo di euro per gli Italiani. Ancora meglio il risparmio di due miliardi di euro grazie alla politica seria e coraggiosa dei porti chiusi, che qualcuno in queste ore vorrebbe cancellare tornando agli sbarchi di massa gestiti dalle Ong. Ma io non mollo, statene certi. Vi voglio bene”.
Il segretario del Pd Zingaretti, in tutto questo, replica: «Solo con la crisi verificheremo la possibilità di un governo diverso. Continuo a pensare che aprire dibattiti su governi futuri prima che quello in carica cada sia un errore. Nasconde il dato politico di fondo: l’esperienza del governo populista è fallita”. Il Pd, prosegue il segretario, “è pronto per andare alle elezioni e proporre un’idea diversa rispetto al Paese dell’odio e in questo senso si sta organizzando. Vedremo, dopo questo fastidioso ginepraio di parole senza contenuti e senza valori, cosa accadrà martedì nel dibattito aperto dal presidente Conte. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di governo pasticciato e di corto respiro. Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di governo sotto la guida autorevole del Presidente Mattarella – ha sottolineato – si potranno verificare, se esistono, le condizioni numeriche e politiche di un governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non a tutti i costi per la paura delle urne, che non abbiamo, ma dalla reale possibilità di trasformare l’Italia, cambiare e rifondare l’Europa e ricostruire una speranza”.
Diversa la posizione di Matteo Renzi nel disperato tentativo di uscire dalle retrovie in cui è finito. Dice: «Vediamo che cosa fa M5S, può accadere tutto. Tutto bellissimo. E tutto anche assurdo: mai vista una crisi gestita così. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere! Salvini sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato”. Diverso, come si è detto, il ragionamento di Delrio: «Con il M5S – ribadisce nel programma «Circo Massimo» di Radio Capital – serve un accordo scritto alla tedesca, come tra Cdu e Spd, una cosa scritta. Ci si mette a sedere, si tratta, si analizza ogni punto per il bene del Paese, convocando le menti migliori, per dare un’impronta diversa. Questo Paese finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l’immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto”.
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