Più tre milioni e mezzo di italiani sono chiamati alle urne domenica 9 nei 136 comuni dove si svolgeranno i ballottaggi per l’elezione dei sindaci e (conseguentemente) la definizione della composizione dei consigli comunali perché i candidati alla carica di primo cittadino non hanno superato il 50% dei voti nella tornata del 26 maggio.
124 sono i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, 2 i capoluoghi di Regione (Potenza e Campobasso), 13 i capoluoghi di provincia (Avellino, Ferrara, Forlì, Reggio Emilia, Cremona, Ascoli Piceno, Biella, Verbania, Vercelli, Foggia, Livorno, Prato, Rovigo).
Sono 9 i comuni che vanno al voto per motivi diversi dalla scadenza naturale. Nei capoluoghi, i Cinque Stelle si ritrovano al ballottaggio solo a Campobasso, ma in vari centri sono l’ago della bilancia che determinerà la vittoria di uno o dell’altro candidato negli altri 14 ballottaggi principali di domenica prossima anche se indicazioni ufficiali di voto non ne danno.
Le sfide, vedranno contrapposti, per la stragrande maggioranza dei casi, candidati del centrosinistra o del centrodestra. Al primo turno delle comunali, che si sono svolte quindici giorni fa in contemporanea con le elezioni europee, il centrosinistra ha confermato la guida di Firenze e Bari tra i capoluoghi di Regione, Bergamo, Modena, Pesaro e Lecce tra quelli di Provincia; il centrodestra ha confermato invece Perugia e Vibo Valentia ed è riuscito a strappare al centrosinistra la guida di Pescara e Pavia.
Nella tornata di domenica prossima le sfide più significative appaiono quella di Livorno, dove il centrosinistra, con il giornalista Luca Salvetti, che al primo turno ha preso il 34,2% dei consensi, tenta di riprendere la guida della città che cinque anni fa gli fu tolta da Nogarin (M5s) candidatosi senza però essere eletto. Salvetti dovrà vedersela con Andrea Romiti, ispettore di polizia che al primo turno si è fermato al 26,6%.
Altra corsa interessante è quella che attende la “rossa” Ferrara, dove la sinistra, con Aldo Modonesi, assessore della giunta uscente, è costretta ad inseguire il leghista Alan Fabbri, che al primo turno, con il 48,4% dei consensi, ha sfiorato la vittoria.
Ad Ascoli Piceno, guidata per 10 anni dal sindaco uscente Guido Castelli (centrodestra), la sfida rimane tutta interna al centrodestra con Marco Fioravanti, candidato da Fdi, Lega e da otto liste Civiche di centrodestra e Piero Celani (sostenuto da Fi e da altre sei liste civiche di area centrodestra).
A Campobasso la gara è tra Maria Domenica D’Alessandro (Lega) che ha sfiorato il 40% al primo turno e il candidato M5S Roberto Garavina, a notevole distanza. Importante sarà capire come voterà qui l’elettorato di centrosinistra.
Infine ad Avellino la sfida è tutta interna al centrosinistra: Luca Cipriano, candidato dal Pd, che si è fermato al 32,5% e Gianluca Festa espressione di alcune liste civiche di centrosinistra che ha ottenuto il 28,6%. La giunta precedente, guidata dal sindaco M5S Vincenzo Ciampi, è caduta nel novembre 2018, appena cinque mesi dopo l’insediamento.
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