L’intensa tornata elettorale del 20 e 21 settembre – svoltasi ordinatamente nonostante le restrizioni e le norme di salvaguardia adottate per far fronte ai rischi dell’epidemia di covid-19 – ha fornito alcune risposte agli interrogativi della vigilia. Eccole in sintesi.
1. Il referendum sul taglio del numero dei parlamentari, nonostante la assillante campagna demolitoria condotta da organi di stampa e televisioni, ha fatto registrare una forte prevalenza dei SI’ sulle argomentazioni messe in campo da sostenitori del No convertitisi all’ultimo momento. I dati reali saranno diffusi domani. Però si è visto che i veleni diffusi da molti giornali ed emittenti televisive, soprattutto per usarli contro il governo Conte, sono stati neutralizzati dall’elettorato, assegnando al SI’ una netta prevalenza.
Di Maio ha subito commentato: “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torneremo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo”.
2. Nelle 7 regioni dove si votava per il rinnovo dei consigli regionali, per le quali i giornali della catena padronale avevano prospettato un “cappotto“, è accaduto che il Pd, da solo, ha vinto in Toscana, in Puglia e in Campania, mentre in Veneto è accaduto che il presidente leghista Zaia ha ha messo a segno un consenso plebiscitario distanziando di molti punti la lista ufficiale della Lega.
L’unica nuova conquista nelle regionali il centrodestra l’ha realizzata nelle Marche, dove è stato eletto un presidente di Fratelli d’Italia. Ma, viste le premesse, per il centrosinistra è molto più di un pareggio.
Confermato poi il secondo mandato anche per De Luca in Campania con il 64,9%, Toti in Liguria con il 54,9% e Emiliano in Puglia che batte Fitto 46,8% contro 38%. Vince in Toscana Giani per il centrosinistra con il 48%.
Invece nelle Marche vince Francesco Acquaroli di Fratelli d’Italia con il 49,6% dei voti, facendo segnare la perdita (che veniva data per scontata) di quella regione dal centrosinistra.
In Valle D’Aosta (dove si vota con un sistema elettorale diverso rispetto alle altre regioni) in base al primo exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, il primo partito è la Lega (20-24%), seguita dal Progetto Civico Progressista (che comprende anche il Pd) con il 13-17% e dall’Union Valdoteaine (11-15%), poi c’è il Centrodestra (FI e Fdi-Meloni) con l’8-10%).
Soddisfatto Nicola Zingaretti che invita a seguire la strada delle riforme. “Sul referendum siamo molto soddisfatti: si conferma che il Pd è la forza del cambiamento, garante anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni di cui da sempre sentiamo il bisogno. Con la vittoria del Sì si apre ora una stagione di riforme: lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita”. E sulle Regionali, pur attendendo l’esito finale evidenzia “siamo molto soddisfatti da quanto emerge, in una situazione molto difficile e frammentata c’è la conferma di quelle che erano le nostre aspettative”.
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