Le elezioni in Grecia hanno dato l’esito previsto dai sondaggisti: vince Nea Dimokratia (centrodestra) con circa il 40% dei voti e 158 seggi, mentre Syriza (sinistra) ottiene il 31,6% dei voti e 86 seggi e perde quindi la guida del governo. L’elettorato dunque ha punito il partito di Alexis Tsipras, che applicando le direttive dell’Unione Europea, ha salvato il paese dal fallimento che proprio Nea Dimokratia aveva provocato facendo salire il debito pubblico alle stelle.
Gli altri partiti hanno ottenuto i risultati previsti dai sondaggisti: i socialisti di Kinal 8,3% (23 seggi); il Kke 5,3% (14 seggi); i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,7% (10 seggi); Diem 25 il 3,4% (9 seggi). I neonazisti di Alba Dorata (secondo le proiezioni ricavate dagli exit poll) non entrano in parlamento.
Alexis Tsipras (foto a sinistra) ha ammesso la sconfitta elettorale e ha telefonato al vincitore Kyriakos Mitsotakis (nella foto Ansa in alto la sua esultanza) per congratularsi. Ma ha ribadito ai giornalisti: “Usciamo a testa alta. Syriza ha fatto scelte difficili per cambiare il paese, pagando un alto prezzo. I cittadini hanno scelto. E noi rispettiamo il risultato, perché il cambio di governo è l’essenza della democrazia, non un paradosso. Ho fatto i complimenti a Mitsotakis e domani gli consegnerò l’ufficio del primo ministro”.
Durante le operazioni di voto vi sono stati anche degli incidenti. Gli ‘antagonisti’ di Exarchia, il quartiere ‘anarchico’ di Atene, si sono presentati subito al prossimo governo: poco prima della chiusura dei seggi hanno fatto irruzione in un seggio e hanno rubato due urne con un certo numero di schede elettorali. Scontri sono scoppiati con la polizia, contro la quale un gruppo di giovani col volto coperto ha lanciato bottiglie molotov. Ma non si segnalano feriti o arresti.
Ricordiamo che il sistema elettorale greco è un ‘proporzionale rafforzato’: il partito che prende la maggioranza relativa a livello nazionale ottiene un bonus di 50 seggi, per avere la maggioranza assoluta dei 300 seggi che compongono il parlamento monocamerale greco servono dunque 151 deputati.
Una parte di seggi vengono assegnati sulla base dei voti presi nelle varie regioni (il Paese è diviso in 56 circoscrizioni, che corrispondono grosso modo alle regioni, con le aree più popolose, come Atene e l’Attica, che sono a loro volta divise in sotto-circoscrizioni). Con il 40,5% dei voti si ha la certezza di avere la maggioranza assoluta. Ma è una soglia molto difficile da raggiungere: per cui, il raggiungimento dell’autonomia parlamentare è condizionato, per i partiti maggiori, dalla presenza o meno nel ‘Voulì’ (il nome del parlamento in greco) delle formazioni politiche minori, che devono superare la soglia di sbarramento del 3%. Meno ce ne sono, più bassa è la percentuale necessaria ad avere la maggioranza assoluta.
Commenta per primo