Le elezioni di midterm negli Stati Uniti non hanno segnato il netto capovolgimento dei rapporti di forza tra Democratici e Repubblicani che alla vigilia sembrava possibile; quindi non hanno segnato quella sconfitta di Trump che i democratici auspicavano, che molti paesi speravano, e che alcuni sondaggi accreditavano. Tuttavia una rilevante novità è avvenuta: mentre il Senato (rinnovato per un terzo dei suoi componenti) è rimasto appannaggio dei repubblicani, alla Camera dei rappresentanti (dove sono stati rinnovati tutti i deputati) il partito di Trump ha perduto la maggioranza e ha dovuto cederla, sia pur di poco, ai Democratici. I quali hanno riconquistato il controllo della Camera Usa dopo otto anni. I dem hanno sfondato la quota 218 seggi necessaria per riconquistare il controllo di questo ramo del Parlamento, mentre i repubblicani mantengono la presa sul Senato.
Alla Camera, ora, i blu (cioè i Democratici) possono contare adesso su almeno 220 parlamentari alla Camera contro i 199 dei Repubblicani.
Proporzione rovesciata al Senato con i Repubblicani in vantaggio per 51 (uno in più rispetto ai 50 che servono per avere la maggioranza) a 44. “Un enorme successo questa sera. Grazie a tutti”, ha twittato il presidente Usa Donald Trump commentando l’esito delle elezioni nonostante la sconfitta alla Camera.
Da parte sua, la leader dei progressisti alla Camera, Nancy Pelosi (foto) – che l’anno scorso aveva evocato l’impeachment per il ministro della Giustizia – ha affermato che i dem hanno intenzione di ripristinare i controlli e gli equilibri costituzionali sull’amministrazione Trump.
“La storia si ripete. Un partito al potere deve sempre affrontare sfide difficili nelle sue prime elezioni di medio termine”, ha detto lo speaker repubblicano della Camera Paul Ryan. E poi: “Mi congratulo con i democratici per la nuova maggioranza alla Camera e con i repubblicani per avere mantenuto il Senato. Non serve un’elezione per sapere che siamo una nazione divisa, e ora abbiamo anche una Washington divisa. Come Paese e come governo dobbiamo cercare un terreno comune”.
Queste elezioni hanno visto un numero record di donne elette alla Camera: almeno 99 diventeranno deputate (su 237 candidate), un numero che supera il record precedente di 84. Tra loro c’è la 29enne democratica Alexandria Ocasio-Cortez, la donna più giovane mai eletta al Congresso americano; la democratica Rashida Tlaib, figlia di immigrati dalla Palestina, la prima donna musulmana ad essere eletta al Congresso; e la democratica Sharice Davids, la prima donna nativo-americana in Congresso.
I VOLTI NUOVI ALLA CAMERA
Dalla donna più giovane mai eletta al Congresso alle prime musulmane che diventano deputate americane, dalla rifugiata alla prima nativa americana omosessuale: sono alcuni dei volti nuovi tra i democratici emersi dalle elezioni di Midterm negli Stati Uniti.
– RASHIDA TLAIB (democratica). Figlia di immigrati dalla Palestina, è la prima donna musulmana ad essere eletta al Congresso americano, nel suo distretto per la Camera in Michigan. I suoi parenti in Cisgiordania hanno salutato la notizia con un misto di orgoglio e speranza che sarà in grado di sfidare l’amministrazione degli Stati Uniti, ampiamente considerata ostile ai musulmani e alla causa palestinese.
– ILHAN OMAR (democratica). Anche lei musulmana, ha vinto in Minnesota. Omar, che aveva già conquistato la copertina di Time, sarà la prima rifugiata africana e la prima ad indossare l’hijab al Congresso, diventando “il peggior incubo di Donald Trump”.
– ANTONIO DELGADO (democratico). Antonio Delgado è passato da rapper a avvocato aziendale prima di iniziare una carriera in politica. Laureato in giurisprudenza ad Harvard ha avuto una breve carriera nell’hip-hop a Los Angeles, dove con il nome ‘AD the Voice’, si è battuto sui temi della disparità sociale.
– SHARICE DAVIDS (democratica). La nuova arrivata democratica ha sconfitto il rappresentante in carica Kevin Yoder in Kansas per diventare la prima nativa americana Lgbt al Congresso. L’attivista 38enne, avvocato e new entry della politica ha già raccolto l’attenzione a livello nazionale.
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