di ENNIO SIMEONE – Un balbettio telefonico di Romano Prodi con un giornalista di “Affari italiani.it” è stato rilanciato nell’etere con il seguente titolo: “Prodi vota Pd” e con il seguente testo: «”Liberi e Uguali non è per l’unità del centrosinistra. Punto“. Invece Matteo Renzi sì? “Renzi, il gruppo che gli sta attorno, il Pd e chi ha fatto gli accordi con il Pd sono per l’unità del centrosinistra“. Invece Grasso, D’Alema e Bersani no? “In questo momento non sono per l’unità del Centrosinistra. Punto“».
Il presidente del Senato e leader di “Liberi e Uguali”, Pietro Grasso, raggiunto telefonicamente dall’ANSA, ha subito replicato: “È sotto gli occhi di tutti che il centrosinistra non si è potuto ricomporre per volontà di Renzi. La composizione delle liste e le otto fiducie sulle legge elettorale sono segnali inconfutabili della volontà del Pd e di Renzi di fare altro. Prodi ritiene la finta coalizione che ha messo in piedi Renzi – che lo costringerà a votare Casini a Bologna anziché Errani – un centrosinistra unito? Noi in quel tipo di coalizione non ci possiamo stare”.
E il coordinatore di Mdp ed esponente di “Liberi e Uguali” Roberto Speranza, a sua volta ha detto: “Togliere l’articolo 18, fare la riforma della scuola contro insegnanti e studenti, mettere otto volte la fiducia su una pessima legge elettorale: questo, non altro, ha rotto il centrosinistra. È forse di centrosinistra candidare al Parlamento Casini, Lorenzin e Viceconte? A me sembra solo che si prepari il patto Renzi-Berlusconi”.
Romano Prodi (mancato presidente della Repubblica grazie anche alla spinta che gli venne mollata da una quota renziana dei 101 traditori del Pd) è stato perciò costretto a diffondere precipitosamente una imbarazzata e imbarazzante correzione con il seguente comunicato del suo addetto stampa: “In merito a quanto pubblicato da Affaritaliani.it, si precisa che il presidente Romano Prodi non ha rilasciato alcuna intervista. Ha solo ribadito che certamente andrà a votare e che voterà per l’affermazione del centro sinistra e che le forze fuori dalla coalizione non stanno lavorando per l’unità. Niente altro“.
E le risposte alle domande su “Liberi e uguali” e su Grasso, Bersani e D’Alema? Silenzio di Prodi. Nessun accenno, ma neppure una chiara smentita! Eppure Bersani è colui che lo aveva candidato al Quirinale e si era dimesso da segretario del Pd per reazione al tradimento dei 101 che avevano silurato quella candidatura! Insomma una toppa peggiore del buco? Peggio: una falsificazione della realtà e un atto di ingratitudine che si può spiegare solo con una incipiente perdita di memoria. Da scartare invece l’insinuazione, avanzata da qualcuno, di una eventuale allettante promessa arrivatagli da Renzi per il dopo-elezioni. Il segretario del Pd sa che gli endorsement di Prodi non gli portano bene: nel 2016, 24 ore prima del referendum sulla riforma costituzionale, il “padre dell’Ulivo” annunciò il suo sì. E il 4 dicembre Renzi perse disastrosamente il referendum. E’ difficile che voglia rischiare di fare il bis il 4 marzo…
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