Ennesimo femminicidio in Italia:ieri è accaduto a Roma, dove una infermiera di 52 anni, Rossella Nappini, è stata uccisa a coltellate da un suo amico 45enne di origini macchine nell’androne del condominio di via Giuseppe Allievo, nel quartiere Primavalle (dove abitava con l’anziana madre). Ha gridato “Basta! basta! férmati!” al suo aggressore. Qualche vicino sostiene di aver sentito quelle urla disperate, ma è arrivato alla fine delle scale quando purtroppo era troppo tardi. I primi a dare l’allarme sono stati alcuni condomini e alcuni ragazzi quando hanno visto il corpo della donna riverso in terra nell’androne con diverse ferite all’addome procurate da un’arma da taglio.
L’assassino – che è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli – è stato fermato dalla polizia nella notte dopo averlo rintracciato e sottoposto dal pubblico ministero al provvedimento del fermo come indiziato di omicidio. La sua posizione al momento è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria”
Le indagini. Si presume che l’aggressore avesse chiesto alla vittima il consueto “ultimo incontro” per tenderle la trappola mortale oppure che l’abbia aspettata sotto casa in attesa che tornasse dal lavoro. Al vaglio anche le telecamere di zona: quella di un bar, quella di una lavanderia e quelle di altri esercizi commerciali.
Le indagini sono condotte dal pubblico ministero Claudia Alberti, del pool di magistrati che si occupano dei reati contro la persona e delle violenze di genere.
L’ aggressore inizialmente aveva fatto perdere le sue tracce senza correre, senza dare nell’occhio. Qualcuno lo ha visto uscire dal palazzo, compatibilmente con l’orario del delitto, a passo normale dirigevndosi verso i parcheggi di via Giuseppe Allievo.
Si stanno vagliando diverse posizioni di uomini che, a vario titolo e per diverse ragioni, avevano o avevano avuto rapporti con la vittima. Gli inquirenti li stanno ascoltando per capire se, per ciascuno esiste o meno un “alibi” che ne escluda la presenza in via Allievo. L’infermiera si era definitivamente separata dal padre dei suoi figli alcuni anni fa e la rottura non era stata indolore. Un’amica della vittima ricorda quel periodo come un “periodo turbolento” dove a prevalere era “l’aggressività” e non “la ragione”. Poi nel 2017, stando anche a quanto la vittima pubblicava apertamente sul suo profilo social, una nuova relazione ma a commento di una foto dell’uomo scriveva: “Lo vedi che ti tocca fare per farti perdonare? Sei troppo geloso, troppo impetuoso e non ragioni, apri la bocca prima di dargli fiato, questo non va affatto bene”.
Rossella Nappini è la 78esima vittima di femminicidio dall’inizio dell’anno. Lavorava come infermiera all’ospedale San Filippo Neri di Roma. Era separata, viveva con le sue due figlie assieme alla madre anziana nell’appartamento del palazzo in via Giuseppe Allievo.
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