ENRICO LETTA SI E’ CANDIDATO ALLA DIREZIONE DEL PD ILLUSTRANDO UN VERO E PROPRIO PROGRAMMA DI GOVERNO DEL PAESE. E L’Assemblea nazionale lo ha accolto con 860 sì, 2 no e 4 astenuti

Enrico Letta è stato eletto nuovo segretario nazionale del Pd con 860 sì, 2 no e 4 astenuti. Una votazione (svoltasi in streaming) che dimostra l’accoglienza che è stata riservata al suo discorso, un vero e proprio programma di governo, aperto ad una politica di alleanze delle forze democratiche e di centrosinistra, perché – ha detto con una efficace battuta a supporto della sua candidatura – “il Pd non ha bisogno di un nuovo segretario ma di un nuovo Pd“. Un impegno che ha avuto una accoglienza plebiscitaria.

Dopo aver ringraziato Nicola Zingaretti, al quale – ha sottolineato –  “mi lega una lunga e grande amicizia”, ha esordito ricordando i centomila morti e al mezzo milione di italiani provocati dal covid, rivolgendo un messaggio di gratitudine al personale sanitario e ai rappresentanti dello Stato per la loro dedizione. Poi ha annunciato che domani presentera un vademecum di idee da consegnare al dibattito dei circoli per due settimane: “Ne discutiamo insieme e poi facciamo sintesi in una nuova assemblea“, ha detto.

“Lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna dimostra che esiste un problema” sulla parità di genere. “Io metterò al centro” il tema delle donne: è “assurdo” che sia un problema.

“La caduta dalla pandemia avrà lo stesso effetto che ebbe per me e per la mia generazione la caduta del muro di Berlino. E quando cadrà la pandemia, deve essere festa come fu allora”, ha detto Letta. “E’ l’anno piu’ buio della nostra storia repubblicana, e’ il peggiore anno della nostra storia repubblicana. Centomila morti. E’ scesa la speranza di vita. Gli anziani soli, lo smarrimento. Noi siamo vicini alla liberazione. Sappiamo che fino all’estate ci aspetteranno nuovi lutti e sofferenze. Ma siamo di fronte a uno sforzo finale e speriamo che la liberazione che avverrà, avverrà grazie alla scienza, al vaccino e alla cooperazione tra paese, ricercatori e istituzioni”, afferma.

“Noi del Pd siamo per il primato della scienza, lo rivendichiamo con orgoglio. L’immagine è quella di Sergio Mattarella cui va il mio saluto più affettuoso. La sua foto in fila che si vaccina è l’immagine della speranza”.

“Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi”. E parlando dell’uscita dalla pandemia dice: “Noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società”.

Enrico Letta cita nel suo discorso due figure di spicco dell’Europa: Jacques Delors e Romano Prodi. Jacques Delors, “sempre ottimista, mi ha dato una lezione di vita straordinaria”. E di Romano Prodi afferma: “inutile dirvi quanto mi lega a lui”.

“Arrivo da persona libera”, dopo aver lavorato fuori dalla politica ma “i talenti di qui valgono, chi ha fatto politica ha un talento da giocarsi fuori”, ha detto Letta nel suo intervento in assemblea Pd. “Lascio gli incarichi retribuiti ma tengo la presidenza dell’istituto Delors”, aggiunge.

“Ho ricevuto più messaggi in pochi giorni che in sette anni, ma la vita è fatta così. Non avrete qui un segretario che arriva sulle ali dell’esaltazione di tutti quelli che oggi lo osannano”.

“L’Europa è la nostra casa e l’Europa del 2020 è quella che ci piace” con al centro “la solidarietà il lavoro ed il pilastro sociale”. Ma “dobbiamo cambiare ancora l’Europa e fare quelle scelte che migliorino la democrazia europea”. “Lo ammetto. L’emozione non manca a salire di nuovo al Nazareno, più di sette anni dopo. #iocisonoPD. Ci vediamo alle 11.45”, aveva scritto su Twitter Enrico Letta, pubblicando due selfie davanti alla sede e poi dentro l’ascensore del Nazareno, dove non metteva piede dal 2014, quando vi entrò per una riunione della direzione, prima che il partito decidesse di sostituirlo alla presidenza del Consiglio.

La relazione di Letta era stata preceduta da una introduzione di Valentina Cuppi, presidente del Pd, che era presente nella sede, oltre che con Letta, anche  con Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Walter Verini, Cecilia D’Elia, Brando Benifei, Chiara Braga, Nicola Oddati, Caterina Bini, Luigi Zanda, Stefano Vaccari. “Oggi – ha detto Cuppi – do formalmente la comunicazione all’assemblea nazionale delle dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti. Le sue dimissioni sono state un atto politico molto forte che ci spinge a un’analisi profonda del partito, che ci interroga sullo stare insieme, sul pluralism. Era evidente che volesse dare una scossa al partito, fare in modo che emergessero in maniera chiara e trasparente i problemi che ci sono. Ora sta a noi cogliere l’opportunità. Dobbiamo affrontare le dinamiche di battaglie intestine tra aree che invece di arricchire il pluralismo rischiano di cristallizzarsi in lotta tra correnti“.

L’assemblea nazionale del Pd ha votato anche per Walter Verini alla carica di tesoriere nazionale del Partito democratico con 775 voti favorevoli, 4 contrari, 23 astenuti. La nomina di Verini viene così ratificata dopo mesi, dal momento che a causa del Covid l’assemblea nazionale non si era più formalmente riunita.

 

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