Mash, un canale Telegram con collegamenti nelle forze dell’ordine russe, ha pubblicato un video che sembra mostrare Tatarsky, microfono in mano, mentre viene presentato e riceve una statuetta di un soldato con l’elmetto. Secondo Mash l’esplosione è avvenuta pochi minuti dopo.
Tatarsky era tra le centinaia di partecipanti alla sontuosa cerimonia del Cremlino lo scorso settembre per proclamare l’annessione russa di quattro regioni parzialmente occupate dell’Ucraina. La Bbc riporta che il blogger si era recato anche al fronte in Ucraina e aveva acquisito particolare notorietà l’anno scorso dopo aver pubblicato un video girato all’interno del Cremlino in cui diceva: “Sconfiggeremo tutti, uccideremo tutti, deruberemo tutti come necessario. Proprio come piace a noi”.
Il gruppo Cyber Front Z, che sui social si autodefinisce “i soldati dell’informazione russa”, ha dichiarato di aver affittato il caffè per la serata. “C’è stato un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate“, ha detto il gruppo su Telegram.
Un sito web di San Pietroburgo ha riportato che l’esplosione è avvenuta in un caffè che un tempo era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin, il cui nome è stato anche collegato al Gruppo Wagner.
Quello di Tatarsky sarebbe il secondo assassinio sul suolo russo di una figura pubblica associata alla guerra in Ucraina dopo l’attentato con il quale è stata uccisa Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un’autobomba vicino a Mosca nel quale l’Ucraina ha negato un suo coinvolgimento.
I blogger militari russi, che hanno finora goduto di ampia libertà dal Cremlino di pubblicare opinioni anche critiche sulla guerra, hanno reagito con shock alla notizia della morte di Tatarsky. “È stato nei punti più caldi dell’operazione militare speciale ma ne è sempre uscito vivo. La guerra lo ha trovato in un caffè di San Pietroburgo”, ha detto Semyon Pegov, che scrive sotto il nome di War Gonzo. Alexander Khodakovsky, una figura di spicco tra i filorussi dell’Ucraina orientale, ha scritto: “Max, se tu non fossi nessuno, saresti morto di vodka e raffreddore. Ma per loro eri pericoloso, facevi il tuo lavoro come nessun altro. Pregheremo per te, fratello“.
ARRESTATA L’ATTENTATRICE – La donna che ha consegnato la statuetta esplosiva al blogger (ma pare che non fosse consapevole di ciò che avrebbe potuto provocare). Comunque Putin ha deciso di conferire una onorificenza post mortem al blogger assassinato.
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