La sentenza è arrivata. Un punto di penalizzazione, due partite senza tifosi (ovvero le ultime due di qualificazione all’Europeo del prossimo anno) e 100.000 euro di multa alla Croazia per la svastica disegnata sull’erba prima della partita contro l’Italia disputata il 12 giugno scorso a Spalato. Lo riferisce la stessa federcalcio croata, che parla di “sanzione durissima, la più grave della sua storia”. Avranno tre giorni per presentare il ricorso.
La situazione nel girone degli Azzurri. Nonostante la penalizzazione la Croazia resta al comando del gruppo H con 13 punti, uno in più dell’Italia e tre in più rispetto alla Norvegia.
La stangata non c’è stata. La decisione della Uefa è comunque molto meno pesante rispetto alle previsioni apparse sulla stampa croata nei giorni scorsi, che ipotizzavano da un minimo di tre a un massimo di sei punti di penalità, fino addirittura all’esclusione dal campionato.
In queste qualificazioni il cammino della nazionale di Kovac è stato macchiato prima dagli incidenti provocati dai tifosi croati a San Siro a novembre e che hanno portato all’interruzione, per due volte, della partita con l’Italia, poi dai cori razzisti in occasione della sfida con la Norvegia a marzo, puniti con la partita disputata a Spalato a porte chiuse.
Paure croate. “Ho paura di quello che succederà davanti alla Disciplinare di Nyon”, aveva ammesso nei giorni scorsi Davor Suker, presidente della Federcalcio croata. Successivamente Zoran Milanovic, premier croato, aveva lanciato un appello a Michel Platini affinché l’Uefa non imponesse sanzioni troppo dure, sottolineando che quanto accaduto a Spalato “è stato condannato con forza e chiaramente da tutte le parti politiche e dalle istituzioni e ha trovato il disprezzo della stragrande maggioranza dei croati. Abbiamo aperto un’inchiesta e speriamo di trovare presto i responsabili. Non permettete che Euro2016 si giochi senza la partecipazione di tutte le migliori nazionali”.
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