I 28 leader hanno trovato un accordo sulle conclusioni del consiglio dell’Unione europea, inclusa l’immigrazione: lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Tusk, al termine di un vertice durato 13 ore e mezzo, anche subito dopo ciascuno ha dato una interpretazione diversa di quanto si è scritto nel testo.
Il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte (foto), a conclusione dei lavori del vertice Ue, ha affermato (con una dose forse eccessiva di ottimismo): «Da oggi l’Italia non è più sola. Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale». Nel documento finale approvato dall’Ue – ha aggiunto Conte – «è passato un nuovo approccio per quanto riguarda i salvataggi in mare: d’ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate tra gli stati membri. Passa la proposta dei centri di accoglienza per consentire lo sbarco e, se il caso, il transito dei migranti anche in paesi terzi, sotto il coordinamento della cooperazione con Unhcr e orOim. E in Europa – ha aggiunto – si possono creare anche centri di accoglienza nell’ambito degli stati membri, ma solo su base volontaria». Alla domanda se l’Italia li aprirà, il premier italiano ha risposto che «è una decisione che ci riserveremo ovviamente al livello governativo in modo collegiale, direi che non siamo assolutamente invitati a farlo».
Nel documento approvato dall’Ue «è affermato il principio che chi arriva in Italia arriva in Europa e che tutte le navi che arrivano nel Mediterraneo, quindi anche le ong, devono rispettare le leggi e non devono interferire con la guardia costiera libica».
«Si è finalmente affermato il principio del rifinanziamento del fondo fiduciario per l’Africa – ha precisato ancora Conte – E ciò torna particolarmente utile per le rotte dei migranti nordafricani. Viene anche chiesto che vengano intensificati i rapporti e gli accordi con i paesi di origine e transito dei migranti».
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UN’ALTRA SCIAGURA. Mentre l’Europa litiga e Salvini conferma la chiusura dei porti italiani alle ong, continua la tragedia dei disperati in fuga dall’Africa verso il sogno europeo. Con un’ altra, l’ennesima, carretta del mare che si inabissa, lasciando alla mercé delle onde oltre 100 migranti, molti di loro non in grado di nuotare. Con un nuovo pesantissimo bilancio di vite umane: almeno un centinaio di dispersi, dati ormai per annegati. E tra loro almeno tre neonati, i cui corpi sono stati raccolti dai soccorsi della Guardia Costiera libica, che è riuscita a salvare solo 16 delle persone che erano a bordo.
Un altro tragico bilancio che si va ad aggiungere a quei nuovi numeri, rimbalzati dall’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione (Oim), che solo dall’inizio dell’anno ha contato già 1000 morti nel Mediterraneo, oltre 650 solo sulla rotta tra il Nordafrica e l’Italia.
Il naufragio è avvenuto alle quattro di notte, due ore prima dell’alba, sei-sette miglia al largo ad est di Tripoli. Il barcone, vecchio, con circa 120-125 persone a bordo, ha cominciato a cedere con crepe a prua e i migranti si sono ammassati poppa, dove però il motore ha preso fuoco: dai resoconti si può solo immaginare il panico, l’annaspare nel buio, le urla, i piccoli che sprofondano per primi.
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