Per molti automobilisti, mettersi al volante con l’aria condizionata può rappresentare una vera e propria ancora di salvezza alla calura estiva. Tuttavia, lasciare il motore accesso per far funzionare il climatizzatore, mentre l’automobile è ferma, può costare caro. E lo stesso discorso vale per l’impianto di riscaldamento durante l’inverno.
Come ricorda ‘Studio Cataldi‘, l’articolo 157 del Codice della Strada, introdotto nel 2007 con l’intento di diminuire le emissioni ambientali dei gas di scarico delle auto, sancisce espressamente “il divieto di tenere il motore acceso durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo”. Per i trasgressori è prevista un’ammenda tra 218 e 435 euro.
Come chiarito dalla circolare del ministero dell’interno, il divieto si intende “limitato alla sosta del veicolo e non più anche alla fermata del veicolo”. Ciò significa che, chi ha intenzione di godere dell’aria condizionata a motore fermo, rischia di incorrere in una salata contravvenzione, a meno che non si tratti di una fermata breve, che consente, cioè, “la salita o la discesa delle persone, ovvero per altre esigenze di brevissima durata”, come stabilito dall’articolo 157 del Codice della Strada.
E non deve essere stata considerata una “breve fermata” quella di un ragazzo della provincia di Como, che l’estate scorsa ha ricevuto dalla polizia locale una multa di 218 euro per essersi fermato a margine della carreggiata con motore e aria condizionata accesa per fare qualche telefonata.
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