di FEDERICO BETTA-
Dominio Pubblico. La città agli under 25 è uno dei progetti e degli incubatori culturali più interessanti e vitali della capitale. Ideato dallo sforzo congiunto di Fabio Morgan, Luca Ricci e Tiziano Panici è un festival unico, che propone un percorso per spettatori attivi under 25, finalizzato alla produzione, promozione e organizzazione di un intero festival da parte dei ragazzi.
Nella bella cornice del Teatro India, del Teatro Argentina e nel foyer del Teatro Valle, fino al 6 giugno è possibile assistere a spettacoli, performance, incontri, cortometraggi, ascoltare musica e bere qualcosa: il teatro non è più solo un evento, ma diventa una comunità che si confronta, si interroga e si specchia.
Domenica 3 giugno, nella ricca proposta che ha animato la giornata, due sono stati gli spettacoli serali che hanno coinvolto una folla numerosa ed entusiasta. Il primo è Domani mi alzo presto, Selezione Network / Festival 20-30, di Amor Vacui, compagnia veneta che si è fatta conoscere grazie a Intimità, il loro precedente lavoro che ha ricevuto una menzione speciale al Premio Scenario 2017. Il secondo è Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra, il nuovo progetto teatrale ‘people-specific’ ideato e diretto dalla regista Eleonora Pippo che indaga i sentimenti della crescita e dell’identità.
Amor Vacui fonda la sua ricerca scenica e drammaturgica sulle ossessioni contemporanee della generazione trentenne che oscilla tra manie di grandezza, sfiducia e sabotaggio inconscio delle proprie capacità, dipendenza dalle nuove tecnologie e consapevolezza della forza del gruppo. E proprio nella sincerità scenica e drammaturgica sta la forza di questo ensemble che, con un’ironia leggera e forte capacità di introspezione, riesce a darci una radiografia dei giovani di oggi che parla a ognuno di noi. In un lavoro che scava nelle paure quotidiane, dove la procrastinazione sembra un male sociale interiorizzato e inevitabile, una nota di speranza regala un lieto fino che non rinuncia a un finale sospeso: allo spettatore è delegata la responsabilità di mettere la parola fine.
Eleonora Pippo invece porta in scena un format dedicato a ragazze under 18, che vede la realizzazione di uno spettacolo nel tempo ristretto di una settimana. A partire dalla graphic novel Le ragazzine stanno perdendo il controllo. La società le teme. La fine è azzurra di Ratigher, il progetto teatrale coinvolge una decina di adolescenti che portando in scena tutte loro stesse, le loro passioni, le loro timidezze e i sogni a venire. We are not girls. We are silver bullets for your middle-class brains! è lo slogan dello spettacolo, presente anche sull’adesivo-gadget che viene dato all’entrata, e rappresenta la potenza di un universo che rompe i criteri della messa in scena e della finzione, mettendo in discussione il fragile coraggio di essere ciò che si è.
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