di FABIO CAMILLACCI/ Il giorno dopo la vergogna ultras, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha deposto una corona di fiori alla sinagoga di Roma sotto la lapide che commemora le persone deportate. La società biancoceleste ha condannato così gli adesivi antisemiti dei tifosi laziali e qualsiasi forma di razzismo. Il patron laziale ha detto: “Oggi con questo gesto intendiamo ribadire la nostra posizione, chiara e indefettibile: la Lazio ha sempre represso certi fenomeni, con iniziative nelle scuole. Da oggi intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz”. Fonti della comunità ebraica hanno commentato il gesto di Lotito dicendo: “La visita non era stata concordata. Ma oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club”.
Identificati i responsabili. La Digos ha reso noto di aver identificato i 15 ultras responsabili di aver messo gli adesivi antisemiti allo stadio Olimpico di Roma durante Lazio-Cagliari. Tra loro ci sono anche due minori: il più piccolo ha 13 anni. I riconoscimenti dei tifosi, che ora rischiano il Daspo per 8 anni (divieto di assistere a manifestazioni sportive) , sono avvenuti grazie alla visione delle immagini delle telecamere e al lavoro dei poliziotti Digos, del commissariato Prati e della polizia scientifica. La Procura di Roma intanto ha aperto un fascicolo per istigazione all’odio razziale.
Gli Irriducibili minimizzano l’episodio. In un comunicato del gruppo ultras della Lazio si legge: “Si tratta di scherno e sfottò da parte di qualche ragazzo forse, perché in questo ambito dovrebbe essere collocata questa cosa, anche in virtù del fatto che, come da sentenza di tribunale, non è reato apostrofare un tifoso avversario accusandolo di appartenere ad altra religione. Ma evidentemente nemmeno la Figc se ne ricorda se è vero che hanno aperto un’inchiesta”. Ricordiamo che gli stessi Irriducibili Lazio avevano già parlato di semplice “sfottò da derby” in riferimento a un altro grave gesto, accaduto a maggio, quando vennero affissi manichini impiccati al Colosseo, sempre contro la Roma.
Il calcio scende in campo contro l’antisemitismo. Su tutti i campi di gioco sarà letto un brano del “Diario di Anna Frank” prima dell’inizio delle partite con un minuto di riflessione. Lo ha deciso la Federcalcio d’intesa con l’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane: verrà applicato in serie A, B e C. La Lega di serie A ha anche disposto che i capitani delle squadre impegnati nel 10° turno di campionato (turno infrasettimanale) regalino una copia del libro, insieme a quella di “Se questo è un uomo” di Primo Levi ai bambini che tradizionalmente li accompagnano sul terreno di gioco.
Una decisione che però fa già discutere. Si teme che possa essere contestata da molte tifoserie. La prima a dissociarsi dall’iniziativa è quella dell’Ascoli: gli ultrà dell’Ascoli martedi sera per la sfida casalinga contro lo Spezia, sono entrati nella curva sud dopo il “minuto di riflessione” deciso dalla Lega. Un post su Facebook degli Ultras 1898 recita: “Non vogliamo essere complici di un teatrino mediatico e istituzionale che dimentica i terremotati e i nostri anziani ma è invece sempre prontissimo a indignarsi e a strumentalizzare una decina di adesivi”. Un vero scontro ideologico tra Lega Calcio e ultrà. La Lega nel comunicato ufficiale scrive: “L’invito a leggere questi libri va esteso a tutte le ragazze e i ragazzi, con la speranza che le nuove generazioni crescano con i valori e gli ideali che riempiono le pagine di questi capolavori. La Lega Serie A condanna da sempre con fermezza qualsiasi forma di razzismo o episodio di intolleranza negli stadi italiani, promuovendo da anni campagne di sensibilizzazione sul tema”. L’iniziativa si inserisce anche nell’ambito della campagna di diffusione del libro #ioleggoperché.
L’iniziativa speciale della Lazio. Per ovviare a quanto capitato con lo scandalo dei “santini” di Anna Frank con indosso la maglia della Roma diffusi per sfregio dagli Irriducibili, mercoledì sera effettuerà un riscaldamento con una maglia dedicata alla sfortunata ragazzina ebrea uccisa dai nazisti dopo anni in cui fu costretta a nascondersi insieme alla famiglia.
I fatti di Lazio-Cagliari. Ormai non c’è più limite alla follia e all’imbecillità di molti ultras. Stavolta, però, quelli della Lazio si sono superati: adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma e scritte antisemite di ogni tipo. Questo quanto alcuni laziali hanno lasciato nella Curva Sud dello Stadio Olimpico in occasione di Lazio-Cagliari di campionato; la Curva Nord, infatti, quella tradizionale dei sostenitori biancocelesti, domenica era squalificata per razzismo a causa dei cori contro i giocatori di colore del Sassuolo. Gli adesivi e i volantini oltraggiosi poi sono stati rimossi nella mattinata di lunedi dagli addetti alle pulizie dell’Olimpico in vista di Roma-Crotone di mercoledi prossimo.
Lo sdegno della comunità ebraica romana. La Figc apre un’inchiesta. Su Twitter, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello ha scritto: “Questa non è una curva, questo non è calcio, questo non è sport. Fuori gli antisemiti dagli stadi”. In uno degli adesivi, di cui la Dureghello ha pubblicato una foto, si vede come detto il ritratto di Anna Frank che indossa la maglia della Roma. In un altro c’è la scritta “Romanista ebreo” e in un altro ancora la scritta “Romanista Aronne Piperno”, con riferimento al personaggio di religione ebraica del celebre film con Alberto Sordi “Il Marchese del Grillo”. Domenica scorsa infatti su iniziativa della Lazio, dopo la chiusura della Curva Nord per cori razzisti, i tifosi biancocelesti hanno occupato, al simbolico prezzo di 1 euro, gli spalti della Curva Sud storicamente sede degli ultras della Roma. La Federcalcio ha deciso di aprire un’inchiesta su questo grave episodio. La Procura Federale in giornata ha preso visione degli atti e del materiale.
La Lazio si scusa e si dice preoccupata per questo nuovo grave episodio. Raggiunto dall’Ansa, Arturo Diaconale, portavoce del presidente biancoceleste Claudio Lotito, ha dichiarato: “La Lazio ha sempre condannato ogni forma di razzismo, si resta interdetti di fronte a manifestazioni che evidentemente riguardano un gruppo ristrettissimo di persone, che non coinvolgono i tifosi che si sono sempre comportati bene e in maniera regolare. Ci preoccupa che un numero minutissimo di sconsiderati puo’ provocare danni d’immagine e materiali clamorosi a una società che sta facendo ogni massimo sforzo per essere al passo coi tempi”. Poi Diaconale ha motivato di aprire la Sud agli abbonati della Nord dopo la squalifica del settore per cori razzisti dicendo: “L’iniziativa di domenica è stata proprio motivata contro ogni forma di razzismo. Al momento non abbiamo elementi per aggiungere altro, la società è in contatto con gli inquirenti e condanna di ogni forma di razzismo”.
Le dure reazioni del sindaco di Roma e del ministro per lo Sport. “Questo non è calcio, questo non è sport, ha ragione Dureghello”, così in un tweet Virginia Raggi ha commentato la vicenda con questo tweet. Mentre il ministro per lo Sport Luca Lotti ha detto: “Quello che è accaduto ieri sera è gravissimo, non ci sono giustificazioni: sono episodi da condannare, senza se e senza ma. Sono certo che le autorità competenti faranno luce su quanto avvenuto e che i colpevoli saranno presto individuati e condannati”. Proprio vero, non c’è più limite alla follia e all’imbecillità di certi ultras che non hanno il minimo rispetto per tragedie dell’umanità come l’Olocausto.
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