Formula 1, GP Canada con doppietta Mercedes. La Ferrari non brilla davanti a Marchionne: prima volta giù dal podio

di Fabio Camillacci

Da un “casinò” all’altro, da quello di Montecarlo a quello di Montreal, il prodotto non cambia: domina la Mercedes. La casa di Stoccarda però stavolta rispetto a Monaco non fa “casìno” e Lewis Hamilton può trionfare davanti al compagno di squadra Rosberg: un’altra doppietta dunque. Il pilota britannico ottiene il quarto successo stagionale che gli vale l’allungo in classifica su Nico, secondo al traguardo e ora a -17 da Lewis nel Mondiale piloti. Hamilton scatta dalla pole e vince con classe e perentorietà, riaffermando una supremazia indubbia, anche più di quanto dicano le cifre. La Ferrari invece è delusa perché per la prima volta nel 2015 non centra il podio al termine di una gara: 4° Raikkonen che con un testacoda dopo il primo pit stop getta alle ortiche l’opportunità di arrivare 3°, 5° Vettel, partito in penultima fila e risalito con la stoffa del fuoriclasse. Giustamente furioso con Kimi il team principal di Maranello Maurizio Arrivabene.

La nuova power unit della “Rossa” non è stata sufficiente. La spremuta di cavalli della nuova power unit ha reso forse più effervescente il motore di Maranello, ma non basta ancora per dare la caccia ai purosangue Mercedes: il fatto che, anzi, il podio sfugga per la prima volta in stagione (ci sale Bottas con la Williams, unica monoposto non Ferrari e non Mercedes a esserci riuscita finora) proprio davanti a Marchionne (per la prima volta al paddock), nella sua seconda gara “di casa”, suona beffardo per il Cavallino Rampante.

Seb, un leone. Vettel ha lottato dal 18° posto in griglia innescato dai colpi di tosse della Mgu-H in qualifica e dai colpi di sonno suoi nelle Libere3 (sorpasso con bandiere rosse a Merhi), per risalire fino a uno splendido 5° posto. Grande progressione quella del tedesco: 15° al terzo giro, 14° al quarto, 13° al quinto, 12° al ventiquattresimo, 7° al trentesimo e tanta decisione, con qualche rischio (muretto sfiorato), alcune spallate (con Alonso e Hulkenberg, questa investigata ma non sanzionata) e un ritmo a tratti superbo: il distacco dal suo compagno, solo 4″5″ è indicativo del diverso livello dei due.

Considerazioni: il motore Ferrari cresce. La sensazione, visti i primi giri di Kimi, quando dopo aver tentato la sortita al via, è rimasto molto vicino a Rosberg, è che la Ferrari abbia fatto un passo avanti e su una pista molto difficile per i motoristi. Ma serve una controprova. Se Vettel non fosse partito così lontano, chissà…Primo podio extra Mercedes e Ferrari: è di Bottas il grande candidato a prendere il posto di Kimi sulla “Rossa”. Diciamo che ha lanciato un segnale importante. Continua la via crucis di Fernando Alonso: sette ritiri in sette gare. Dispiace un po’ vedere un campione come lui in questa situazione anche se l’è andata a cercare con questa McLaren-Honda in grande difficoltà.

La gara. Al via Hamilton non si fa sorprendere, i primi cinque della griglia conservano le medesime posizioni, con Massa e Vettel, partiti rispettivamente 15° e 18°, che iniziano la scalata verso posizioni a loro più consone, con pregevoli sorpassi, come quelli del brasiliano su Alonso, Nasr ed Ericsson. Vettel anticipa la sosta (8° giro, non impeccabile), anche per evitare il traffico delle retrovie, mentre Raikkonen la effettua al 27° e subito dopo perde il podio virtuale a vantaggio di Bottas per un testacoda al tornantino con spiattellamento delle gomme: sarà costretto a un secondo pit stop, fatale per il piazzamento finale. Tranne Vettel e Raikkonen tutti effettuano una sosta, con Hamilton che resta leader davanti al compagno, che si avvicina, ma non lo impensierisce più di tanto. Un occhio allo specchietto, uno alla temperature dei freni (il k.o. del 2014 docet) e anche ai consumi, le Mercedes fanno a elastico, mentre Vettel si fa largo e punta addirittura il compagno. Bottas, costante e regolare, sale sul podio, mentre le Ferrari vi restano ai piedi. Ritiro per Alonso e Button. A punti nell’ordine, anche: Massa (6°), Maldonado (7°), Hulkenberg (8°), Kvyat (9°) e Grosjean (10°), penalizzato anche di 5″ per un contatto con Stevens. Nessuna safety car, ed è quasi una novità sulla pista dedicata a Gilles Villeneuve, e poche emozioni: una delle maggiori l’ha regalata una marmotta che ha attraversato la pista. Si è clamorosamente salvata per fortuna.

 

 

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