di SERGIO TRASATTI/ Sempre più vicina alla verità la nuova inchiesta sulla morte del calciatore del Cosenza Donato Bergamini detto Denis, morto il 18 novembre 1989. Infatti, dalle nuove analisi effettuate sui resti del giocatore riesumati di recente, risulterebbe che sarebbe morto soffocato e non gettandosi sotto un camion sulla statale ionica, vicino a Roseto Capo Spulico (Cosenza). Quindi non si trattò di suicidio ma di omicidio.
Conferme in tal senso sono arrivate dall’avvocato Fabio Anselmo legale della famiglia Bergamini, intervenuto a Radio Cusano Campus. L’avvocato Anselmo a “La Storia Oscura”, al microfono di Fabio Camillacci ha detto: “Noi avevamo chiesto di effettuare determinati accertamenti medico-legali con le nuove tecnologie, suscettibili di poter dirimere ogni dubbio sul fatto che Denis Bergamini potesse essere ancora vivo o meno nel momento in cui veniva sormontato dal camion. Abbiamo preso atto insieme ai nostri periti di tutti i test che sono stati effettuati e ora attendiamo soltanto il deposito della perizia dei consulenti della Procura”.
“Denis fu soffocato”. L’avvocato Fabio Anselmo poi ha aggiunto: “Per quanto riguarda le nostre perizie i risultati sono molto evidenti e confermano la nostra tesi, cioè che Denis non si suicidò ma fu ucciso, forse soffocato con un sacchetto di plastica infilato in testa. Quindi, siamo fiduciosi che anche i periti della Procura siano arrivati alle stesse conclusioni. Perchè la tesi del suicidio è assolutamente insostenibile. Peraltro va detto che finalmente c’è una Procura di Castrovillari viva, che fa il suo mestiere, senza arroganza e senza far sconti a nessuno; anche questo ci fa ben sperare per inchiodare i colpevoli di questo omicidio. Penso che entro il mese di novembre avremo molte risposte importanti e decisive”. L’auspicio è che possano essere portate presto alla luce le tante verità nascoste legate alla morte del povero Denis Bergamini.
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