Si chiamerà proprio L’Isola che non c’è il prossimo film di Gabriele Muccino, un film italiano di uno dei pochi registi di calibro internazionale che in Italia sono nati, un ritorno alle origini da ”Ulisse”, nel firmamento della Penisola.
”Le riprese inizieranno a Ischia, e non a Ponza come si era erroneamente scritto – ha spiegato Muccino -, già a metà settembre. Anche se l’isola non sarà riconoscibile e sembrerà un luogo immaginario, l’isola che non c’è appunto”. Lo rivela all’Ansa il regista al Giffoni Film Festival, dove ha incontrato i ragazzi della giuria in un intenso confronto al quale si è prestato con grande generosità. Un film che, anticipa ancora Muccino, avrà un mega cast di stelle italiane ”vecchi e nuovi amici che con generosità si sono prestati, come Stefania Sandrelli, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Sabina Impacciatore, Alessandro Gassman, Massimo Ghini, Carolina Crescentini e molti altri. Sarà un film corale in cui rincontrerò molti dei miei compagni di viaggio e ce ne saranno tanti nuovi. Sarà il racconto di tante esistenze, di incontri pieni di tensioni ed emozioni”. Insomma il regista torna in Italia dopo l’esperienza americana, ”il mio negli Usa – spiega – è stato come il viaggio di Ulisse”. E si dice anche pronto ad un progetto per la tv: ”siamo in una fase transitoria che è fondamentale come il passaggio tra il bianco e nero e il colore. In questa svolta la tv rappresenta il futuro, e sarà sempre di più la tv il luogo della qualità. Sarebbe un grave errore non pensare alla tv, pensarci anzi direi che oggi è quasi un obbligo, ma bisogna trovare un’identità su come farlo. Non so se farò una serie, o meglio forse solo un film solo per la tv come quelli di altissimo livello che sta producendo Netflix”.
Ma l’incontro di Muccino con i ragazzi non guarda solo al futuro ma anche al passato e al presente. ”Mio padre mi ha sempre dato del fallito, diceva che non ce l’avrei mai fatta a fare il regista ma questo mi è servito, perchè i giusti sogni dei ragazzi vanno accompagnati da una buona dose di realtà”, spiega alla platea incantata. Non nega le difficoltà del mondo di oggi: ”dopo l’11 settembre tutto è cambiato e anche i miei film ne hanno portato il segno”, ma oggi ”l’Italia è un paese in preda ad una forte regressione anche culturale, non solo economica. Io ho vissuto gli anni positivi dell’Italia del boom voi – dice ai giovani in sala – state vivendo un momento molto difficile in cui c’è un paese bloccato”. Ma anche a Hollywood la vita non è facile: ”Hollywood è una macchina trita anime – spiega – ho visto attori raggiungere l’apice in pochi anni e poi scomparire. E’ un’industria insieme terribile, e fragile, insicura perchè si fonda sul gusto del pubblico che ora si sta inesorabilmente spostando verso la tv. Per questo si cerca di produrre solo cose ‘sicure’, come remake o reboot”. Per lui che ha vissuto gli studios ”in modo anomalo all’inizio, con grandissima libertà grazie alla passione e alla stima di Will Smith”, un film comunque ha senso ”solo si fa cercando di raccontare la vita, e il finale ne deve tenere conto, perchè la vita è fatta di continui smarrimenti, di continue perdite”. (Ansa)
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