di MARIO MEDORI/ Dal deserto fiorisce lo splendido bis di Elia Viviani. Dopo la vittoria a Tel Aviv, il campione olimpico si impone anche nella volata di Eilat, sul Mar Rosso, terza tappa di un Giro che vede sempre più il veronese della Quick-Step Floors protagonista dello sprint. Partito alla ruota di Sam Bennett, e stretto alle transenne dall’irlandese, Elia ha dato fondo alle sue doti da pistard riuscendo comunque a sprintare verso la vittoria: è la terza al Giro d’Italia, l’ottava di un 2018 già da incorniciare. Con il secondo successo consecutivo, Viviani rafforza la leadership in maglia ciclamino. Tra i battuti, Sacha Modolo (secondo) e Bennett (terzo); nella top ten anche gli azzurri Mareczko (quarto) e Belletti (settimo).
L’acuto di Viviani nella tappa di sabato 5 maggio
Prima vittoria italiana e nuova maglia rosa alla seconda tappa del Giro d’Italia 2018: la prima in linea. Elia Viviani ha vinto lo sprint di Tel Aviv, alla fine dei 167 km della frazione partita da Haifa. Il 29enne velocista veronese della Quick-Step Floors, battendo in volata Jakub Mareczko si prende anche la maglia ciclamino. Per lui, secondo successo in carriera al Giro d’Italia dopo la Albenga-Genova del 2015. Curiosa coincidenza: anche 3 anni fa era la seconda tappa. La nuova maglia rosa è Rohan Dennis, australiano di Adelaide, 27 anni, della Bmc, una squadra premiata per il lavoro fatto fin lì in testa al gruppo. Nella crono di apertura aveva accarezzato il successo e il primato per un paio d’ore, prima dell’acuto di Tom Dumoulin.
Volata vincente per Viviani. All’arrivo di Tel Aviv, col gruppo atteso da un importante bagno di folla, ai 250 metri Jakub Mareczko, 24enne azzurro della Wilier Triestina-Selle Italia, è scattato sul corridoio di sinistra. Elia Viviani, che era alla ruota di Sam Bennett, gli si è attaccato: quando Mareczko ha preso il centro del rettilineo finale, Viviani è rimasto sulla sinistra e ha fatto valere i maggiori cavalli per andare in testa e chiudere davanti. Secondo proprio Mareczko e terzo Bennett, 27enne irlandese della Bora-Hansgrohe. Due azzurri sul podio.
Domani, domenica 6 maggio, la terza tappa del Giro 101: ultima frazione in Israele. Si va da Be’er Sheva a Eilat, 229 km di percorso leggermente ondulato, con le insidie che comporta (a partire dal caldo) una giornata spesa interamente nel deserto del Negev fino al Mar Rosso, sul ramo del Golfo di Aqaba. Con un gran premio della montagna di quarta categoria, Faran River, nella salita dopo l’attraversamento del Ramon Crater, quando all’arrivo mancano ancora più di 100 km. Gli ultimi chilometri, dopo la strettoia di un check-point, sono segnati da una serie di rotatorie: attorno alla penultima, a 1.6 dall’arrivo, inversione di marcia che porta all’ultimo chilometro, attorno all’aeroporto di Eilat, con curva a 90 gradi verso destra a 350 metri dall’arrivo.
La crono di venerdi 4 maggio valida per la prima tappa
Il Giro d’Italia riparte da dove era terminato. È l’olandese Tom Dumoulin, proprio lui, il vincitore dell’edizione numero 100, a conquistare la cronometro che segna l’inizio dell’edizione 2018. L’olandese volante può indossare così una storica maglia rosa: la prima assegnata in un grande Giro al di fuori dei confini europei. Il campione del mondo in carica, nelle prove contro il tempo ha dominato i 9,7 km delle strade di Gerusalemme in 12’02’’, a oltre 48,3 orari di media, scalzando per 2’’ l’australiano Rohan Dennis (Bmc) e il campione europeo Victor Campenaerts (Lotto Fix All), terzo per questione di centesimi.
I big in Israele. Per Dumoulin si tratta già di una prima prova di forza in vista di un bis in rosa, contando anche il risultato dei diretti rivali in classifica. Ad esempio, Chris Froome, caduto in mattinata durante la ricognizione, è 21° e perde 37’’; mentre Esteban Chaves è addirittura 40° a 46’’. E poi: Fabio Aru 47° a 50’’, Miguel Angel Lopez addirittura 61° a 56’’. Sorprende invece Domenico Pozzovivo, 10° e migliore degli italiani a 27’’ (stesso tempo del quattro volte iridato a crono Tony Martin). Bene anche il britannico della Mitchelton-Scott Simon Yates, 7° con solo 20’’ di svantaggio; limita le perdite Thibaut Pinot, arrivato a 33’’ dall’olandese.
Il Giro d’Italia numero 101 si è aperto dunque con una cronometro insidiosa. Una crono con 9,7 km di saliscendi e frequenti cambi di direzione lungo i viali suggestivi di Gerusalemme. Si parte dalla porta di Giaffa per allungarsi verso la Knesset e la zona nuova, prima di fare ritorno al traguardo a ridosso delle mura della città antica. Durante la ricognizione del mattino si segnalano le cadute, oltre che di Froome, anche di Miguel Angel Lopez e di Kanstantsin Siutsou (subito costretto al ritiro). Rohan Dennis è il 42° a scendere in strada e a stabilire con largo anticipo sui principali rivali la misura da battere: 12’04’’. Stesso tempo fatto registrare dal campione europeo Campenaerts (Lotto-Soudal), relegato alle spalle dell’australiano per questione di centesimi. Bisogna attendere l’ultimo di giornata, cioè l’olandese del Team Sunweb Tom Dumoulin, scattato con il numero 1, per vedere Dennis scendere dalla hot seat.
La prossima tappa. Sabato 5 maggio, la seconda frazione del Giro 101, la prima in linea. Si va da Haifa, a nord di Israele, fino a Tel Aviv: 167 km lungo la costa mediterranea senza particolari asperità (un solo gpm di quarta categoria, a Zikron Ya’aqov, km 91) e attraverso un tratto di autostrada che conduce in città. Il percorso a una stella chiama gli sprinter alla volata. Difficile quindi che la maglia rosa cambi subito proprietario.
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