In Catalogna gli indipendentisti hanno conquistato la maggioranza assoluta del Parlamento di Barcellona, con 72 seggi su 135, ma non hanno superato il 50% dei voti (per l’esattezza hanno ottenuto il 47,8%). Per cui l’obiettivo secessionista dalla Spagna è meno perseguibile di quanto essi ipotizzano. La partecipazione al voto di ieri è stata molto alta: oltre il 77 per cento. Alla lista “Junts pel sì”, il principale gruppo secessionista, vanno 62 seggi, mentre il “Cup”, partito di estrema sinistra, ne prende 10. Entrambi avevano promesso l’indipendenza da Madrid entro 8 mesi. Delle formazioni anti-indipendenza cantano vittoria solo i centristi di Ciudanos (25 seggi). I socialisti si fermano a 16, la sinistra di “Catalunya Sì” a 11, come il Partito popolare del premier Rajoy, che ora rischia di perdere terreno alle elezioni politiche di dicembre.
Comunque il presidente catalano uscente Mas mostra entusiasmo. “L’indipendenza della Catalogna ora è legittima”, esulta dopo aver trasformato il voto nella regione spagnola in una sorta di plebiscito. “Oggi ha vinto il sì e ha vinto la democrazia, non cederemo: abbiamo vinto con quasi tutto contro e questo ci dà legittimità per portare avanti questo progetto”, dice Mas, che ora dovrà negoziare con il “Cup” la formazione del nuovo governo regionale, malgrado la richiesta del partito di sinistra di avere il suo capolista, Romeva, come governatore al posto di Mas.
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