di FABIO CAMILLACCI/ E’ stato bello ed emozionante vivere la finale dei Mondiali a Rimini, mix di turisti de’ noantri e stranieri. E’ stato bello viverla tra molti francesi e croati; mentre gli italiani erano quasi tutti per Modric e compagni. Di fatto, ha tifato Francia solo chi alle scommesse aveva puntato forte sui “Bleus” campioni del mondo. Una Francia troppo più forte e più fresca della Croazia reduce da tre sfide condite da logoranti tempi supplementari: contro la Danimarca negli ottavi (successo ai rigori), contro la Russia padrona di casa ai quarti (successo sempre ai tiri dal dischetto) e contro l’Inghilterra in semifinale con gol di Mandzukic all’overtime. Impegni extra che si sono fatti decisamente sentire nelle gambe dei ragazzi di mister Dalic; senza dimenticare che i transalpini hanno potuto beneficiare di un giorno di riposo in più, come da calentario e tabellone. E così, vent’anni dopo i fasti del Mondiale di France ’98, i nostri cugini d’oltralpe tornano sul tetto del mondo.
Da oggi, nell’Olimpo del calcio francese non ci sono più Zidane e soci: fate spazio a Griezmann, Pogba e Mbappé. Tre giocatori da seguire perchè contenderanno il prossimo Pallone d’oro al neojuventino Cristiano Ronaldo. Attenzione: potrebbe anche essere cominciato un nuovo ciclo vincente con questo secondo titolo mondiale. Intanto, il c.t. Deschamps, dopo aver festeggiato la vittoria di un campionato del mondo da calciatore, trionfa anche da commissario tecnico eguagliando i miti Zagalo e Beckenbauer.
Una finalissima bella e imprevedibile come l’intera manifestazione iridata. La Croazia non voleva saperne di limiti rispetto ai più quotati transalpini: fa il suo, allo stadio Luzhniki, in una gara ricca di gol e di errori. Tuona a lungo su Mosca, anche se la vera pioggia arriverà solo al momento della premiazione; ma, sui croati piovono reti a inizio ripresa. Sono già sotto 2-1 quando Pogba e Mbappé, con due tiri da fuori, sentenziano il match facendo esplodere anche la Riviera Adriatica piena di francesi. Al termine, caroselli di auto, trombe da stadio e tricolori al vento. Come a Parigi, in tutta la Francia e in altre parti del mondo. Deschamps al quarto gol rompe gli indugi ed esulta: è lui, il punto in comune fra le due edizioni dei “Bleus” campioni. Didier ha messo in piedi una squadra a sua immagine e somiglianza: intelligente, attenta alla fase difensiva e pronta a far scatenare il talento di quel “trio maravilla” di cui sopra, oggi decisivo come in altre occasioni. Francia più forte anche della papera del portiere Lloris, l’ennesima di Francia 2018. Si allunga pertanto la lista degli errori dei portieri ma anche quella delle autoreti: Mandzukic devìa nella propria porta un cross su punizione del solito Griezmann.
È la finale delle prime volte. Primo autogol, primo rigore con Var, niente prima volta croata nonostante l’immediato pareggio di Perisic, un altro gol-capolavoro per l’interista. Altra punizione, stavolta per la Croazia: batte Modric, Vrsaljko fa da sponda, Mandzukic e Lovren toccano il pallone di testa, Vida appoggia dietro, e “Ivan il terribile” fa il resto. Gran tocco a liberarsi di destro, diagonale perfetto di sinistro: supergol e 1-1. Non è finita: c’è un altro piazzato decisivo: corner di Griezmann, Matuidi salta sul primo palo ma manca la sfera, dietro di lui c’è Perisic, con il braccio un po’ largo: palla sulla mano. Tre minuti di “silent-check” Var e l’arbitro argentino Pitana dopo aver visto le immagini indica il dischetto. Griezmann non cade nei giochini di Subasic e lo spiazza per poi scatenarsi nella sua classica e singolare esultanza: l’imitazione di un balletto del famoso videogioco Fortnite.
Marea blu pazza di gioia. La ripresa parte con un’occasione per Rebic, su uno dei pochi lampi di Rakitic. Kanté si sfianca su Modric (tanto da uscire), Mbappé va una prima volta in fuga, più veloce degli invasori coordinati (ben quattro) che interrompono il gioco all’8’. A Pogba piace come corre Mbappè, e lo lancia al 15’: il 19enne si beve Strinic e serve Griezmann: altro appoggio dietro, il destro di Pogba è ribattuto, il sinistro successivo invece è chirurgico. Tre a uno, i croati barcollano, Subasic getta la spugna dopo altri 5’, quando il primo teenager a segnare in una finale dopo Pelé, ovvero Mbappè, riceve da Hernandez e tira, nemmeno troppo angolato: gol. Lloris prova a risarcire Mandzukic, sfortunato sull’autogol, con un dribbling azzardato: cambia il punteggio, non la partita. Finisce 4-2. La Francia è campione del mondo: scatta l’abbraccio collettivo. Poi la premiazione sotto il diluvio con Macron che consola la bella presidentessa della Croazia Kolinda.
Note finali. Ancora applausi a Putin, alla Russia e alla Fifa per la perfetta organizzazione di questi Mondiali; è filato tutto liscio. Sul fronte sicurezza, piccola stecca finale con la pacifica invasione di campo del solito folle isolato. Come ha fatto a eludere un servizio d’ordine ai limiti della perfezione? Mistero. Applausi anche a Mediaset per averci regalato uno dei campionati del mondo più belli e imprevedibili della storia. D’altronde, la Rai da molti anni ormai ignora il grande sport e la domanda rimane la stessa: ma perchè dobbiamo pagare il canone alla tv di Stato che non fa più servizio pubblico? Mah. Polemiche televisive a parte, complimenti alla Francia di Deschamps capace di riuscire a fare ciò che non era riuscito a Napoleone: conquistare Mosca.
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