di NUCCIO FAVA* – Le “sgrammaticature” della maggioranza proseguono gravi e preoccupanti. Né è sufficiente l’attivismo ininterrotto della presidente del Consiglio a fare mutare giudizio. Nonostante la continua pioggia di comunicati di palazzo Chigi e relative immagini non solo su Rai-tv. Ne emerge spesso una sproporzione anche nel diverso rilievo assegnato alle forze politiche o contenuto nelle stesse rassegne stampa sfornate in abbondanza sin dalla notte. Problema riscontrabile spesso nelle scelte degli invitati che non a caso finiscono per essere gli stessi o quasi anche nelle trasmissioni che dovrebbero avere più opportunamente articolazioni di punti di vista differenti.
Ma quello che colpisce di più in questi giorni travagliati e difficili è l’inaudito scontro sul tema fondamentale della giustizia in un momento in cui in particolare è al centro dell’opinione pubblica il clamore per l’arresto del capo boss di Castelvetrano e, su altro piano, l’enorme scandalo al parlamento europeo per eclatanti scambi di mazzette e montagne di banconote. Crimini scoperti e colpiti dai giudici belgi.
E’ diverso ovviamente contesto in cui hanno operato e proseguono ad operare le due magistrature (quella italiana e quella belga), però pongono un problema fondamentalmente identico: la tutela della legalità, della doverosa salvaguardia di interessi collettivi che vanno tutelati affinché le istituzioni corrispondano al dovere di lealtà e correttezza , in ultima analisi di buon governo nel senso più ampio.
Il nostro ministro di Giustizia, invece, anche per la sua foga caratterizzata da una simpatica inflessione veneziana, sembrava un simpatico personaggio goldoniano, con l’unica preoccupazione di accusare i giudici di abusare delle intercettazioni spendendo fra l’altro somme eccessive, e mettendo a rischio la personalità e la dignità professionale di quanti potessero essere colpiti, per la pubblicazione sulla stampa, da sospetti di complicità non veritiere. Ma rischi e pericoli siffatti, pur potendo verificarsi, non possono certo essere affrontati vietando o limitando l’uso delle intercettazioni, rivelatesi fondamentali per la lotta alla criminalità.
*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, à stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune elettorali Rai
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