I due Papi: Benedetto XVI (un conservatore rigoroso) e Francesco (un progressista innovativo) nel fuoco delle polemiche strumentali, nel film e nella realtà

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO
Il filosofo e autore del volume “Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale”, Masssimo Borghesi è intervenuto sulla pubblicazione del volume “Des profondeurs des nos coeurs” (Dal profondo dei nostri cuori) scritto dal  cardinale Sarah e da Ratzinger che ha avuto una eco mondiale attirando l’attenzione dei mass-media, di filosofi, di cattolici e non, e di storici. Borghesi evidenzia in quel volume  la conferma del celibato dei preti come condizione inderogabile per il sacerdozio, ma anche l’uso mediatico che ne fa una parte cattolica conservatrice avversa papa Francesco.
È da molti anni che questa componente conservatrice cerca di mettere la figura di Benedetto XVI in contrapposizione a quella di Francesco. Il suo progetto è quello di dividere la Chiesa a livello mondiale in modo tale da poter delegittimare Francesco  costringendolo alle dimissioni. Questo progetto non fa altro che seminare divisioni, sospetti e accuse di eresia, che danneggiano l’immagine di Bergoglio oltre a mettere in cattiva luce la credibilità della Chiesa e in tale contesto vengono attuate, da parte di quei potentati, trame oscure, che fanno molte “vittime” tra i fedeli ingenui.
I conservatori nel mondo non amano l’argentino Bergoglio, che per le sue posizioni viene criticato e attaccato perché troppo spostato “a sinistra”, e quindi non funzionale ai loro progetti. Certo, va sottolineato che un Papa non si può delegittimare attraverso un “percorso politico”, ma solo – e se si hanno elementi certi –  sul terreno religioso. Ed è su questo terreno che vengono insinuate le critiche in materia teologica, fino a far filtrare insinuazioni di… eresia.
Un Papa come Francesco, che su determinate tematiche religiose e sociali ha dimostrato di essere un  progressista, viene attaccato da una destra conservatrice sul terreno dottrinale appellandosi a leader sovranisti come l’ungherese Orban, il russo Putin, l’americano Trump e l’italiano Salvini,  o a cardinali conservatori come Burke, Muller, Sara e al vescovo italiano Viganò.
I cattolici conservatori non perdonano a  Benedetto XVI  la clamorosa rinuncia al soglio pontificio, che per loro  è stato un gesto imperdonabile. Ma la polemica diventa accesa quando viene presentata come la disputa tra “due papi”. In questo contesto – in cui si tenta di innescare un contrasto tra Ratzinger e Bergoglio – si inserisce la fronda anti-Francesco. I due Papi, anche se hanno fatto e continuano a fare scelte diverse, hanno dimostrato di avere in comune lo stesso amore verso la Chiesa, con uno spirito missionario. Molti conservatori e cattolici  tradizionalisti questo non lo accettano e da loro Ratzinger è malvisto e criticato.
In questo contesto degno di nota è il film (foto a lato), trasmesso su Netflix, “I due Papi” (titolo originale The Two Popes)  del regista brasiliano Fernando Meirelles,  interpretato magistralmente da Anthony Hopkins nella parte di Benedetto XVI e di Jonathan Pryce in quella di Francesco.
Questo film arriva in un momento particolare, in cui vengono diffuse voci di dissapori tra Papa Ratzinger e Papa Bergoglio collegate alle diverse posizioni  e ai continui contrasti tra le anime della Chiesa. La ricostruzione televisiva evidenzia l’umanità dei due Pontefici e umanizza in modo commovente il rapporto tra le due figure, entrambe di enorme spessore, in cui emerge l’evoluzione delle due personalità: l’inaspettata fragilità umana di Benedetto XVI, che, stretto dal peso di un segreto – come la diffusione della pedofilia nel clero, nascosto per troppo tempo – che lo porta a dubitare della fede; e la figura umile di sacerdote di Buenos Aires, diventato cardinale quasi per sbaglio e in continua lotta con un peso morale di un passato doloroso.
Tra i due Papi avviene – nel film – uno scontro tra conservatorismo e novità, tra ricchezza e povertà , tra fermezza e sensibilità. In tal modo i due papi affrontano le loro incertezze e paure alla ricerca della costruzione delle nuove fondamenta per riformare la Chiesa cattolica, ma avvicinandola sempre di più ai credenti.  Perciò, secondo me, “I due papi” umanizza in maniera talvolta persino commovente il rapporto tra due figure di grande spessore umano e religioso. Due giganti del nostro tempo.

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