di NUCCIO FAVA – Molti cittadini e commentatori sono stanchi e non ne possono più di questo continuo sbraitare e contrapporsi su tutto . Ora il presidente del Consiglio assume un piglio decisionista sul caso molto delicato che riguarda la condizione di indagato per corruzione e sospettato addirittura di vicinanze mafiose del senatore Siri, molto caro a Salvini.
L’altro vice presidente, il pentastellato Di Maio, ne approfitta per riaprire la campagna ”onestà – onestà” e pretende le dimissioni del sottosegretario leghista. I due principali contraenti si scambiano accuse feroci con reciproche insinuazioni pesanti di strumentalizzazione, in vista del voto europeo, secondo del resto una logica propagandistica praticata ininterrottamente da Lega e Cinque stelle.
Costretto dalla durezza dello scontro e da esigenze di decenza, si inserisce il presidente Conte che annuncia addirittura dalla Cina l’incontro personale con Siri e la conclusione della sua mediazione. Con insistente richiamo ai cittadini, alla trasparenza e all’efficacia futura dell’azione di governo da non mettere a rischio in corso d’opera, è arrivato a preannunciare l’esonero di Siri in attesa di ratifica nel Consiglio dei ministri di domani mattina (merrcoledì 8 maggio).
Una confusione istituzionale e politica mai registratisi prima, mentre i grandi temi delle emergenze del Paese e la sempre più profonda solitudine dell’Italia sullo scenario europeo sono rimandate a dopo lo «scontro finale» del 26 maggio nelle urne.
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