La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona a carico dei nonni materni di Eitan Biran, il bambino di 6 anni unico sopravvissuto nel maggio scorso alla sciagura della funivia del Mottarone (dove morirono 14 persone, tra cui i genitori e un fratellino di Eitan), che era stato affidato dal giudice alla zia paterna, Aya Biran, che ne è anche tutrice legale e vive a Pavia.
Ma la zia materna del bambino, Gali Peleg (foto), ostenta sicurezza in una intervista: «Parlo solo per chiarire che abbiamo agito per il bene di Eitan, che ha gioito quando ci ha visto ed ha detto ‘finalmente sono in Israele».
Invece lo zio materno di Eitan, intervistato dal Corriere della sera, è irritato: “Me lo sentivo che quella famiglia avrebbe fatto qualcosa di sporco per aggirare la legge italiana. Arrivare però ad organizzare un sequestro non me lo aspettavo? Siamo disperati“.
«In realtà i nonni Peleg avevano in custodia il passaporto israeliano del piccolo Eitan – precisa lo zio -. Noi lo abbiamo chiesto indietro, e il giudice tutelare aveva stabilito come a data per la restituzione il 30 agosto, ma non abbiamo fatto in tempo ad evitare che lo portassero via». Ma per il bambino è meglio vivere con una famiglia come quella, visto che in Israele il nonno ha avuto anche una condanna per abusi domestici?».
Ayna Biran Nirko, zia e tutrice di Eitan, che ospitava il nipotino nella sua casa di Travacò Siccomario (Pavia), ha presentato denuncia alla Questura di Pavia. “Da una settimana Eitan era tornato nella nostra scuola – ha spiegato suor Paola -. Era contento di essere rientrato tra noi, in mezzo agli altri bambini. Si muove ancora con il suo girello, per i problemi provocatigli dall’incidente. Ma era sorridente. E era molto attaccato alla zia, che per lui è un punto di riferimento fondamentale”.
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