Ancora un colpo di scena nella vicenda di Stefano Cucchi, morto 7 anni fa a Roma in circostanze sospette dopo l’arresto per droga. Arriva dalla perizia della équipe guidata dal professor Introna. In essa si afferma che, benché, in base alla ricostruzione dei fatti, i dati raccolti “non consentono di formulare certezze sulla(e) causa(e) di morte”, per i periti due sarebbero le ipotesi prospettabili: una riconducibile all’epilessia e l’altra alla frattura alla vertebra sacrale. La prima, per i periti più attendibile, “è rappresentata da una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia” per la quale “la tossico-dipendenza di vecchia data può aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici, alterandone l’efficacia e abbassando la soglia epilettogena”. E, “analogamente, concausa favorente può essere considerata la condizione di severa inanizione” che avrebbe avuto Cucchi.
La seconda ipotesi “è correlata con la recente frattura traumatica di S4 associata a lesione delle radici posteriori del nervo sacrale”. Queste due ipotesi, per i periti sarebbero “entrambe possibili”, ma “la prima, a nostro avviso, dotata di maggiore forza ed attendibilità nei confronti della seconda”.
“Le lesioni riportate da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’evento morte”. Sono le conclusioni cui giunge il collegio dei periti nominati dal gip nell’ambito dell’inchiesta bis avviata per accertare la natura, l’entità e l’effettiva portata delle lesioni patite da Stefano Cucchi, il geometra romano morto il 22 ottobre 2009 una settimana dopo il suo arresto per droga
La replica della sorella, Ilaria Cucchi, arriva subito via Facebook: “Le fratture e il globo vescicale sono la causa di morte di Stefano, da noi sempre sostenuta in questi anni, che a differenza dell’epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti”. Ilaria si dice fiduciosa che “avremo un processo per omicidio”. La perizia invece punta sull’epilessia come possibile causa prevalente nel decesso del geometra romano.
“Il perito Introna – sostiene Ilaria Cucchi – dice in buona sostanza che coloro che lo hanno violentemente pestato rompendogli la schiena in più punti non sono responsabili della sua morte per il fatto che il terribile globo vescicale che ha fermato il suo cuore non si sarebbe formato se non ci fosse stata la responsabilità degli infermieri”. “Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore – scrive Cucchi – Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale. Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti”
Commenta per primo