I valori del Codice penale e i rapporti europei non coincidono tra la Meloni, Salvini e Berlusconi

di SERGIO SIMEONE* – I deputati europei di Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro la risoluzione con la quale il Parlamento europeo ha condannato la violenza e il razzismo, sempre presenti nella polizia americana, ma manifestatisi in maniera particolarmente disumana in occasione della barbara uccisione dell’afroamericano George Floyd ed ha stigmatizzato il comportamento del Presidente Donald Trump, più preoccupato di reprimere il movimento di protesta contro il razzismo , che di riformare la polizia per impedirle di continuare di commettere soprusi e di usare in maniera spropositata(e spesso ingiustificata) la forza  soprattutto contro cittadini neri, ma non solo.

La cosa non ci meraviglia. Questo voto è solo la conferma di quello che già sapevamo:  non solo il razzismo, ma anche il sostegno all’uso della violenza da parte della polizia sono stati rivendicati  in special modo da Salvini in più occasioni. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che solo qualche settimana fa il capo leghista si è precipitato a Santa Maria Capua Vetere dove agenti penitenziari erano indagati per l’uso della tortura nella repressione della rivolta dei detenuti ,  non per chiedere che le indagini fossero condotte in maniera corretta (cosa legittima) per fare piena luce sulla vicenda, ma per sostenere che quegli agenti erano innocenti a prescindere dai risultati delle indagini che non dovevano essere proprio effettuate. Ma lui d’altra parte già nel 2015 si batteva fieramente contro la stessa introduzione nel codice penale del reato di tortura  con parole che oggi appaiono sinistramente  profetiche: la polizia deve essere messa in condizione di fare il suo lavoro (capito? Per lui la tortura faceva parte del lavoro della polizia). Ed ancora, se io devo prendere per il collo un delinquente, devo poterlo prendere. Come  potevamo dunque aspettarci che Salvini condannasse l’operato dell’agente Chauvin, che appunto aveva preso George Floyd proprio per il collo?

Ma dal voto al Parlamento europeo emerge anche un altro dato molto interessante. I deputati di Forza Italia, a differenza dei colleghi di destra italiani, hanno votato a favore della risoluzione antirazzista. Anche in questo caso pertanto il Partito di Berlusconi, come in occasione del MES e del Recovery fund, si è mostrato più in sintonia con il PPE che con i Partiti della destra italiani, cosa del resto del tutto naturale dal momento che FI e Lega e FDI appartengono a due gruppi non solo diversi, ma contrapposti,a vendo uno  votato a favore e l’altro contro la elezione della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

La cosa è di grande rilievo in questo momento, perché siamo alla vigilia del semestre tedesco di presidenza della Unione da parte della Germania e la Merkel, secondo tutti gli osservatori, resa forte dalla riconquistata popolarità nel suo Paese, ha in mente di imprimere una forte accelerazione all’unità dell’Unione soprattutto in materia fiscale e di governo del fenomeno migratorio. Diventerà perciò più marcata la differenza tra europeisti ed euroscettici. A questo punto si pone una legittima domanda: Berlusconi questa volta cercherà di lucrare l’utilità marginale della sua formazione in questo momento indispensabile per la vittoria del centrodestra per acquistare maggior peso nella coalizione di centrodestra o seguirà la Merkel fino in fondo distaccandosi definitivamente dai partiti sovranisti e xenofobi che vedono ogni passo in avanti verso una Europa federale come fumo negli occhi? Io non credo che questa volta la Merkel si lascerà giocare dal cavaliere come alla vigilia delle elezioni politiche del 2018 quando questi le garantì che avrebbe “ammansito” la Lega come già aveva fatto a suo tempo con AN di Fini e poi ne era diventato il suo scendiletto.

*Sergio Simeone, docente i si Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil

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