di SERGIO SIMEONE* – Mi sono iscritto al PCI a 18 anni e ci sono rimasto fino al suo scioglimento. La sezione che io frequentavo era un luogo di estrema importanza per il funzionamento del Partito perché gli iscritti appartenevano a diversi ceti sociali: c’erano operai, contadini, professori , studenti, artigiani, impiegati. Rappresentavano perciò ognuno un diverso punto di vista su ciò che avveniva nella società, ma al tempo stesso nessuno di loro si limitava a rappresentare gli interessi e i problemi della propria “corporazione” , ma, ascoltando i problemi e gli interessi degli altri, si formava una idea complessiva della intera società. Ognuno, inoltre, aveva proprie idee sugli obiettivi politici da perseguire e sulle tattiche da usare. L’incontro-scontro tra persone così diverse, sia pur accomunate dagli stessi ideali, dava luogo a riunioni lunghissime, che si protraevano a volte fino a notte fonda, caratterizzate da appassionati dibattiti che si svolgevano spesso con toni molto vivaci (per usare un eufemismo). L’abilità del segretario consisteva nel riuscire a ricavare dai dibattiti soluzioni unitarie che tenessero conto dei contributi di idee di tutti i partecipanti. Dalle migliaia di sezioni, come quella che io frequentavo, sparse per tutta l’Italia, vere palestre di idee, venivano fuori iniziative politiche e si formavano amministratori, parlamentari e dirigenti di partito locali e nazionali. Cosa non diversa, devo dire, avveniva, sia pur in misura minore, nelle sezioni del Partito Socialiste e della Democrazia Cristiana.
Questa premessa un po’ didascalica era necessaria per capire il mio stupore quando ho appreso che Davide Casaleggio ha creato una app grazie alla quale ogni iscritto al Movimento 5 Stelle può scoprire se nel territorio nel quale abita ci sono altri iscritti al movimento. Non solo dunque i “grillini” non avvertivano il bisogno di incontrarsi de visu per confrontare le proprie idee in un luogo fisico paragonabile ad una sezione di partito, ma non si conoscevano nemmeno. Mi è sembrato di leggere una spy story nella quale la spia può scoprire di essere entrato in contatto con un collega appartenente alla sua stessa organizzazione soltanto pronunciando la parola d’ordine.
Casaleggio ha presentato questa app come una generosa concessione agli iscritti per contenere la crescente insofferenza che essi avvertono per il fatto che un’associazione privata detenga tutti i dati relativi agli aderenti al movimento e li tenga gelosamente segreti. Si tratta in realtà solo di un timido ed assolutamente insufficiente passo verso il riconoscimento che le relazioni per via telematica tra le persone non potranno mai sostituire le frequentazioni fisiche. Questo assunto ha un valore di carattere generale. Basta guardare ciò che è successo nelle scuole quest’anno funestato dalla pandemia: ci si è illusi di poter sostituire la didattica in presenza con la Dad (Didattica a distanza), ma si è subito percepito che quest’ultima era un surrogato molto scadente della prima ed ora studenti e professori non vedono l’ora di potersi di nuovo incontrare di persona in un’aula scolastica. Gli studenti lo hanno capito dopo una settimana. Riusciranno a capirlo prima o poi anche gli aderenti al Movimento c stelle?
*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil
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