IANNONE, SQUALIFICA SHOCK/ MotoGP, carriera finita per il centauro dell’Aprilia: il Tas di Losanna respinge il suo ricorso, accoglie quello della Wada e condanna l’abruzzese a quattro anni di stop per doping. Il pilota di Vasto: “L’ingiustizia più grande ma non mi arrendo”

di MARCO VALERIO/ Sentenza amara, amarissima, quella del Tas di Losanna nei confronti del centauro dell’Aprilia Andrea Iannone. Il Tribunale arbitrale dello sport ha sospeso per doping il pilota abruzzese per 4 anni, a partire dal 17 dicembre 2019: mettendo così fine in anticipo alla carriera motociclistica del 31enne. Il Tas dunque ha accolto il ricorso della Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, inasprendo ulteriormente la prima squalifica che aveva sancito una sospensione fino a giugno 2021. Su Instagram Iannone ha commentato: “Oggi ho subito la più grande ingiustizia che potessi ricevere. Mi hanno strappato il cuore separandomi dal mio grande amore”.

Una doppia mazzata per il centauro nato a Vasto. I giudici di Losanna hanno respinto il ricorso presentato da Iannone contro la squalifica di 18 mesi inflittagli a marzo dalla Disciplinare della Fim, che aveva riconosciuto una violazione del regolamento antidoping da parte di Iannone per la presenza di drostanolone (uno steroide anabolizzante) nelle urine; e allo stesso tempo hanno accolto il ricorso della Wada, secondo la quale Iannone non era riuscito a dimostrare, in base allo standard richiesto, che l’origine della sostanza proibita fosse imputabile alla contaminazione da carne consumata in un albergo di Sepang in occasione del Gran Premio di Malesia del 2019.

Iannone si difende e attacca. Sempre su Instagram, il centauro italiano ha scritto: “Le motivazioni del Tas sono prive di senso logico e con dati di fatto sbagliati. Per questo ci sarà luogo e tempo opportuni perché di certo non mi arrendo. Sapevo di affrontare i poteri forti, ma speravo. Speravo nell’onestà intellettuale e nell’affermazione della giustizia. In questo momento soffro come di più non potrei. Ma chi ha cercato di distruggere la mia vita, presto capirà quanta forza ho dentro il cuore. La forza dell’innocenza e soprattutto la coscienza pulita. Una sentenza può modificare gli eventi, ma non l’uomo”. Dai due volti la reazione dell’Aprilia: “Siamo vicini ad Andrea ma prendiamo atto della sentenza”.

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