Il tribunale di Mosca ha condannato a 15 giorni di carcere e ad una multa di 20.000 rubli, circa 320 euro, a Alexiei Navalni (oppositore di Putin) come “organizzatore” di una manifestazione non autorizzata e per aver “effettuato inviti pubblici ai cittadini a uscire sulla via Tverskaia” a Mosca “creando così ostacoli al traffico e violando l’ordine pubblico”. Il Cremlino accusa gli organizzatori delle manifestazioni di ieri in Russia di “provocazioni”. “Quello che abbiamo visto ieri in diversi posti, ma soprattutto a Mosca – ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato da Ria Novosti – è una provocazione e una menzogna perché coloro che in modo molto raffinato e con un linguaggio aulico hanno spiegato che l’azione era autorizzata e che non violava in alcun modo la legge dicevano un’assoluta bugia”.
La replica di Navalni – “Verrà il giorno in cui noi giudicheremo loro (ma lo faremo in maniera onesta)”, ha scritto su Twitter Navalni, postando una foto di sé stesso dal tribunale Tverskoi di Mosca. Navalni è stato fermato ieri assieme a centinaia di dimostranti per aver organizzato delle manifestazioni non autorizzate a Mosca e in altre città della Russia. Più tardi, Navalni ha affermato che i giudici dovrebbero interrogare il premier russo Dmitri Medvedev (che gli oppositori accusano di un arricchimento spropositato a spese dello stato) perché è a causa sua che migliaia di russi sono scesi in strada ieri.
Gli Usa e l’Unione europea condannano gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici in Russia“, tra cui il blogger Alexiei Navalny, e “chiedono al governo russo di rimetterli subito in libertà”. Mark Toner, portavoce del dipartimento di stato Usa, sostiene che “fermare dei manifestanti pacifici, degli osservatori dei diritti dell’uomo e dei giornalisti è un affronto ai valori democratici fondamentali”.
La portavoce di Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera europea, ha diffusa nella notte una dichiarazione in crisi afferma che “il giro di vite della polizia russa ha impedito l’esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica, che sono diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione russa. Chiediamo alla autorità russe di rispettare pienamente gli impegni internazionali presi, compresi quelli nel Consiglio d’Europa e nella Osce, per la difesa di questi diritti e il rilascio senza indugi dei dimostranti pacifici che sono stati imprigionati”.
Manifestazione contro la corruzione. Ieri il blogger Alexiei Navalny, voce dell’opposizione anti Putin, è stato fermato dalla polizia nel corso di una manifestazione anticorruzione che aveva come obiettivo principale il premier russo Medvedev. Nevalny è stato caricato su un pulmino della polizia; la folla ha assaltato il pulmino urlando “fascisti, liberatelo!”. Per minimizzare la reazione da parte delle autorità Navalny aveva chiesto di raggiungere la via “alla spicciolata” e poi incamminarsi sui marciapiedi “in senso antiorario”.
Ma non c’era solo Mosca. Il blogger ha infatti indetto manifestazioni in “100 città della Russia” per protestare contro la corruzione. A Vladivostok – che per il fuso orario è 9 ore avanti rispetto alla capitale – si sono segnalati disordini e su Twitter è comparso un video dove si vedono i manifestanti assiepati intorno a una stazione di polizia per ottenere il rilascio di uno dei partecipanti.
Secondo quanto riferisce all’agenzia Tass una fonte della polizia , “più di 500 persone” sono state fermate durante la manifestazione organizzata da Navalny a Mosca, altre 200 in altre città. Ma la maggior parte sono state liberate dopo la contestazione “di violazione amministrativa”.
“Grazie per il vostro sostegno, io sto bene, sono stato portato alla stazione della polizia e sto discutendo con gli agenti del mio film su Medvedev. Ma oggi l’ordine del giorno è la protesta contro la corruzione, non il mio fermo. Continuate a manifestare in modo pacifico e godetevi al bella giornata di sole”, aveva scritto Navalny in una serie di tweed spediti dal Tribunale.
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