Alessandro Pace e Gustavo Zagrebelsky, rispettivamente presidente e presidente onorario del Comitato pr il NO al referendum sulla riforma costituzionale che si svolgerà tra ottobre e novembre, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perchè intervenga a fermare la scandalosa disparità di trattamento che sui media (reti televisive e radiofoniche, in primo luogo quelle della Rai) viene riservato ai sostenitori del SI e del NO, con una violazione delle più elementari norme di par condicio e di imparzialità che vanno rispettate in ogni consultazione popolare.
Ecco il testo.
«Signor Presidente della Repubblica, l’Assemblea nazionale dei 400 Comitati territoriali che fanno riferimento al Comitato per il No nel referendum costituzionale ha approvato la mozione che Le alleghiamo, sollecitando la Sua attenzione sul problema che essa solleva. I sostenitori del No nel referendum costituzionale ritengono che, durante tutta la campagna di raccolta delle firme a sostegno delle ragioni del “No”, sia stata commessa una discriminazione a proprio danno e, per essi, a tutti i cittadini titolari del diritto costituzionale di iniziativa e partecipazione a un essenziale istituto di democrazia. Non sono state raggiunte le 500.000 firme necessarie, pur essendostato conseguito il ragguardevole numero di 316.000 cittadini che hanno sostenuto le nostre posizioni e le cui firme sono state regolarmente consegnate alla Corte di Cassazione.
Ciò è accaduto nel silenzio pressoché totale dei maggiori organi di stampa e nel silenzio, questa volta totale, delle televisioni, a iniziare da quelle del “servizio pubblico”. Paradossalmente, maggiore diffusione ha avuto la notizia del mancato raggiungimento della soglia di firme necessarie che non la notizia della campagna in corso per raccoglierle. I richiami alla Commissione di vigilanza sulle radiodiffusioni e all’Agcom non hanno sortito effetti, a causa del loro riprovevole comportamento omissivo.
Per contro, il Comitato per il Sì ha goduto non solo dell’impegno propagandistico profuso largamente e in ogni possibile occasione, propria e impropria, dal partito di maggioranza e da numerosi esponenti del governo, ma anche di una copertura mediatica senza limiti e senza riguardo per un minimamente accettabile equilibrio informativo. Questo è accaduto proprio quando si avverte e si proclama la necessità di diffondere la partecipazione democratica e di operare per sanare la frattura aperta tra governanti e governati, tra istituzioni e i cittadini, frattura che tutti a parole deprecano.
Nell’avvicinarsi l’ora di svolgimento del referendum costituzionale, Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei quale garante dei diritti costituzionali politici di tutti i cittadini, certi che Ella non possa non condividere le preoccupazioni per un confronto che, se si dovessero riprodurre le distorsioni che abbiamo finora constatato, non potrebbe dirsi onesto e finirebbe per acuire le divisioni e i sospetti: per di più su un tema di cruciale importanza per la vita democratica, quale è la riforma della Costituzione. Per questo Le chiediamo di far valere, secondo ciò che riterrà opportuno ed efficace, la sua autorità super partes per garantire la parità tra le posizioni, tanto più ora che la campagna elettorale per il referendum costituzionale sta per entrare nel vivo».
Alessandro Pace e Gustavo Zagrebelsky
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