Con il concerto di Patti Smith è ufficialmente iniziata la sezione musicale di Eutropia. La cantante, nata a Chicago nel 1946, ha aperto il festival raccogliendo migliaia di persone nei bellissimi spazi del Campo Boario, all’ex Mattatoio di Roma. Fino all’ultimo concerto, l’undici settembre con Carmen Consoli, si potranno vedere su quello stesso palco più di quaranta artisti, tra i quali gli Einstürzende Neubauten, il Baba Sissoko Jazz (R)evolution e i Gogol Bordello (tutte le info, comprese quelle relative al cinema all’aperto, sul sito eutropiafestival.it)
In tour per celebrare i quarant’anni di Horses, il suo album d’esordio, Patti Smith ha ipnotizzato e fatto ballare con pezzi storici e alcune commoventi dediche. Dopo quasi mezzo secolo, la sua musica, in bilico new wave tra il rock più aggressivo e la preghiera, non ha perso la potenza originaria. Le cover di Van Morrison e degli Who, le canzoni in memoria di Jim Morrison, Jimi Hendrix e Pierpaolo Pasolini, hanno rievocato tutta la potenza espressiva di quegli artisti. All’insegna della libertà, urlata, sussurrata e ripetuta come un mantra, la cantante ha ricordato il tempo delle rivoluzioni, sempre fedele, soprattutto, alla poesia e alla forza delle parole.
Ma la Smith non è mai stata una celebratrice nostalgica e tutti i suoi compagni di strada li ha cantati come fossero ancora presenti; per ricordarci di pensare al futuro con la forza di chi ci ha insegnato a lottare.
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