Il “giallo napoletano” del “Gratta e vinci” da 500mila euro: il difensore del tabaccaio (che è agli arresti cautelari) chiede la perizia psichiatrica

La vicenda del tabaccaio napoletano Gaetano Scutellaro (foto) accusato da una anziana giocatrice del “Gratta e vinci” di essersi appropriato del suo biglietto vincente da 500mila euro continua a tenere banco nelle cronache dei giornali, delle tv e del web. L’ultima notizia tenderebbe a capovolgere le ricostruzioni della vicenda finora diffuse e cioè, entrato in scena l’avvocato difensore del tabaccaio  – che è attualmente agli arresti cautelari – ha chiesto la verifica delle facoltà di intendere e di volere del suo cliente.

L’accusa per ora mossa a Scutellaro è quella di furto pluriaggravato e tentata estorsione ai danni della 67enne vincitrice del ricchissimo biglietto Gratta e vinci che ha acquistato nella tabaccheria nel quartiere Martedei. Il biglietto – lo ricordiamo – è stato recuperato nella filiale di una banca a Latina e posto sotto sequestro. Scutellaro è stato fermato dai carabinieri mentre era in viaggio sull’autostrada A1, all’altezza di Teano (Caserta) perché contro di lui la Procura di Napoli, considerando che vi sia il pericolo di  fuga e inquinamento probatorio, ha emesso il decreto di fermo. E quindi Scutellaro è stato condotto al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

La richiesta della difesa di perizia psichiatrica per Scutellaro è motivata dal suo legale, l’avvocato Vincenzo Strazzullo, con la seguente motivazione:  “Sto effettuando dei controlli: in passato è stato assolto dall’autorità giudiziaria in un paio di occasioni perché ritenuto incapace di intendere di volere”. Inoltre l’avvocato fa notare che, una volta giunto in aeroporto a Fiumicino, forse diretto alle Canarie, “si è recato alla polizia: una mossa stupida se l’obiettivo era fuggire dall’Italia“. Quindi, a suo avviso, non c’era il pericolo di fuga paventato dagli inquirenti per motivare la misura cautelare in carcere. Inoltre il legale esclude anche  la tentata estorsione perché  “il biglietto vincente è stato consegnato dalla signora nelle mani del mio cliente. Nessuno glielo ha sottratto con destrezza e neppure con la forza. Solo attraverso queste due modalità si sarebbero potuti configurare i reati di furto o rapina. Nutro dei dubbi – aggiunge – anche in merito all’ipotesi di tentata estorsione formulata dai pm”.

Però l’accusato dovrà chiarire altri particolari come, per esempio, il fatto che prima di recarsi nell’aeroporto dal quale pare che intendeva lasciare l’Italia,  ha fatto una sosta in una banca di Latina, dove ha aperto un conto corrente a suo nome e ha depositato il biglietto vincente. Lì i carabinieri hanno sequestrato quel “Gratta e vinci” che l’Agenzia delle  dogane e dei monopoli aveva intanto già reso inesigibile. Invece Scutellaro si era mostrato particolarmente sicuro quando a Fiumicino si è presentato negli uffici della polizia per denunciare la donna, accusandola di avergli sottratto il tagliando fortunato dopo averglielo esibito. I poliziotti, dopo averlo perquisito, e dopo essersi messi in contatto con la Procura di Napoli, lo avevano denunciato per furto pluriaggravato.

Intanto nel quartiere teatro della vicenda la gente continua a dividersi tra i pro e i contro nel giudicare il comportamento del tabaccaio. Intanto  l’Adm ha avviato la procedura per sospendere la licenza della tabaccheria alla moglie di Gaetano Scutellaro, che ne è titolare, benché sia estranea  al comportamento del marito.

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