di ENNIO SIMEONE – A un anno dal terremoto che ha devastato Amatrice e gli altri centri a cavallo tra Alto Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche lo sgombero delle macerie è solo agli inizi e le famose casette di legno, promesse dal capo del governo dell’epoca (momentaneamente impegnato in un tour di promozione libraria), tardano ad arrivare in numero sufficiente. Ma c’è chi ha avuto un’idea per alleviare i ritardi dello Stato e le sofferenze che ne derivano. E’ il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina.
Recatosi alla inaugurazione del Polo della Ristorazione – una iniziativa ideata dagli operatori locali della ristorazione, aiutati dalla sottoscrizione di Corriere della sera e La7, e per contribuire a risollevare le sorti della cittadina, nota ormai in mezzo mondo, prima del disastroso e luttuoso sisma, soprattutto per i bucatini all’amatriciana – Martina ha dichiarato che è intenzione del governo candidare la tradizione amatriciana a patrimonio Unesco. Più precisamente ha detto: “Stiamo seguendo il progetto del riconoscimento dell’amatriciana come specialità tradizionale garantita (Stg) e oggi possiamo anche informare che è nostra intenzione candidare la tradizione amatriciana a patrimonio Unesco nell’ambito degli obiettivi del 2018, anno che come governo abbiamo voluto dedicare al cibo italiano”.
Come i nostri lettori sanno, Maurizio Martina, oltre che ministro del governo Gentiloni, è anche vice segretario nazionale del Pd, scelto da Renzi a copertura del “fianco sinistro” del partito. Perciò è facile immaginare che la trovata di cui si è fatto portavoce tra le macerie del terremoto non sia né sua né di Gentiloni: ha piuttosto il sapore delle trovate propagandistiche dell’ex inquilino di Palazzo Chigi. Probabilmente il vero inventore della ricostruzione all’amatriciana.
Be the first to comment