Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha letto in Senato una dettagliata informativa sul prossimo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) e sulla organizzazione per la somministrazione dei vaccini anti-covid-19 in tutto il paese. Un decreto, ha precisato, ispirato, come i precedenti, al principio di precauzione per ridurre il contagio. Misure senza le quali la pressione sugli ospedali diverrebbe insostenibile. Sono misure che, come risulta dall’analisi dei dati in evoluzione, iniziano a dare i primi incoraggianti risultati, per cui si può ragionevolmente sperare che a breve l’indice (Rt) di contagio possa scendere sotto quota 1.
Per la stabilizzazione dei primi risultati, però, c’è bisogno di altre settimane di sacrifici e poi di una cura di mantenimento. Evitiamo però di farci illusioni e di scambiare i primi dati favorevoli per un messaggio di scampato pericolo.
L’obiettivo del governo è quello di piegare la curva senza ricorrere ad un lockdown generalizzato – ha proseguito il ministro -. L’esperienza di queste settimane ci dice che la scelta di un modello su gradi di rischio appare essere utile ad appiattire la curva del contagio senza il lockdown. La situazione pero non può essere sottovalutata. E’ necessario disincentivare gli spostamenti tra regioni per il 25 e 26 dicembre e per il Capodanno e limitare anche gli spostamenti tra comuni. Dobbiamo affrontare le feste con massima serietà se non vogliamo nuove chiusure a gennaio. Per le feste le limitazioni previste dovranno essere rafforzate anche nel quadro di un coordinamento europeo. Bisogna limitare il più possibile i contatti tra persone.
“Bisognerà poi evitare potenziali assembramenti nei luoghi di attrazione turistica legati in modo particolare alle attività sciistiche. È opportuno, più in generale, ridurre i rischi di diffusione del contagio connessi ai momenti di aggregazione durante le festività del Natale e del Capodanno”, ha spiegato il ministro.
“Nel prossimo dpcm l’intenzione del governo sarà di riconfermare l’impianto a tre colori per le regioni, con fasce arancioni, rosse e gialle, un impianto che ha creato le condizioni per rimettere sotto controllo l’epidemia. I risultati hanno portato nella direzione giusta e dobbiamo riconfermare questo modello che prevede il tentativo di piegare la curva senza un lockdown generalizzato in questa seconda ondata”, ha spiegato Speranza.
“Le misure stanno funzionando e l’auspicio è che le prime tendenze anche in termini di occupazioni di posti letto ospedalieri possano darci ulteriori elementi nei prossimi giorni che vadano verso la riduzione del contagio. Ma se stiamo andando nella direzione giusta, l’altra verità è che c’è ancora una situazione molto complicata nel paese, perché contagi e decessi sono ancora elevati, così come la pressione sui posti letto. Oggi abbiamo 320 casi ogni 100mila abitanti, un dato alto, la cifra per riportare sotto controllo la curva è 50 casi per 100mila”, ha detto inoltre Speranza.
Compatibilmente con l’evoluzione del quadro epidemiologico è obiettivo del governo riportare in presenza le scuole superiori.
Speranza si è poi riferito all’acquisto e alla somministrazione del vaccino, che verranno entrambi centralizzati e gratuitamente per tutti gli italiani. “E’ probabile che saranno necessarie due dosi per ogni vaccinazione, l’Italia ha opzioni per 202 milioni di dosi. Le prime dosi potranno cominciare ad essere disponibili da gennaio”.
Ad oggi sono state indicate due date dall’Ema: 29 dicembre per il vaccino Pfizer e 12 gennaio per il vaccino Moderna. Da queste aziende l’Italia avrà 8 milioni di dosi da Pfizer e 1.346.000 mila dosi da Moderna. Il cuore della campagna vaccinale, secondo le previsioni, sarà tra la prossima primavera e l’estate.
Le categorie da vaccinare con priorità sono gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani, persone in età avanzata per ottenere una maggiore copertura vaccinale e coprire persone con maggiori fattori di rischio. Con l’aumento delle dosi disponibili si vaccineranno anche le altre categorie, come le persone dei servizi essenziali, il personale scolastico e le forze dell’ordine. Nel caso poi di focolai in aree del paese, saranno destinate scorte di vaccini rispetto ai territori in difficolta’.
La distribuzione dei vaccini avverra’ con il coinvolgimento delle forze armate. Per i vaccini che necessitano di catena del freddo standard ci saranno un sito nazionale di stoccaggio e siti territoriali, per i vaccini con catena del freddo estrema questi saranno consegnati da aziende presso 300 punti vaccinali. Il confezionamento dei vaccini multidose richiede un numero di siringhe e diluente e il commissario straordinario assicurerà il materiale necessario.
Nella fase iniziale ci saranno vaccinazioni centralizzate presso gli ospedali o con unità mobili. Si stima un fabbisogno di circa 20mila persone per attuare la campagna. Si ricorrerà a professionalità esistenti nel paese anche con la pubblicazione di un ‘invito’ per partecipare alla campagna di vaccinazione nonché alla stipula di accordi con il ministero della Ricerca per contatti con le scuole di specializzazione medica. Migliaia di iscritti alle scuole di specializzazione parteciperanno alla campagna vaccinale, come ha assicurato il ministro dell’Università, Manfredi.
Con l’ampliarsi della campagna saranno coinvolti ambulatori vaccinali, medici di famiglia, sanità militare. Inoltre si sta predisponendo un sistema informativo efficiente con interfacce regionali e ci sarà una sorveglianza immunologica sulla sicurezza dei vaccini monitorando eventuali eventi avversi. Le attività di sorveglianza saranno organizzate accuratamente e l’Aifa, oltre alla farmacovigilanza, promuoverà alcuni studi indipendenti su vaccini covid e si doterà di un comitato scientifico per la campagna vaccinale, ha aggiunto in conclusione il ministro Speranza.
IL MINISTRO BOCCIA SUL NUOVO DPCM
A sua volta il ministro per gli Affari Regionali, FrancescoBoccia, intervenendo al webinar “5G Italy e il Recovery Fund”, ha affermato che “questo Dpcm abbraccerà probabilmente il periodo più lungo, per durata, nella storia successione di questi provvedimenti: partirà il 4 dicembre e andrà sicuramente oltre l’Epifania, se un giorno dopo o una settimana dopo si stabilirà nel dibattito alla Camera”.
“Dicembre dev’essere il mese che ci faccia mettere in sicurezza il Paese senza fare un lockdown nazionale. Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte d’Italia sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali per il periodo delle feste che non ci fanno allentare i nostri comportamenti”, ha detto Boccia. “Il 7 gennaio il Paese ripartirà, incrociando una grande campagna di vaccini”, ha aggiunto.
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