di ROMANO LUSI – Virginia Raggi ha liquidato con fermezza e con argomentazioni concrete il rifiuto del Campidoglio di porre la candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2024, che ha definito “le Olimpiadi del mattone”. Nella conferenza stampa tenuta dopo il mancato incontro con il presidente del Coni, Malagò (che non ha tollerato il ritardo di mezz’ora della Raggi all’appuntamento), la Raggi, affiancata dal vicesindaco con delegaallo sport, Daniele Frongia, è stata netta già all’esordio:”E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura“. Poi ha spiegato: “Non permetteremo che lo sport venga usato come pretesto per nuove colate di cemento”. Ma, soprattutto, ha ribadito di non voler esporre le finanze del Comune e le tasse dei cittadini romani e italiani a un salasso pericoloso, insopportabile. E a rafforzare questo armento ha usato due argomenti, illustrati con un corredo di slide: i debiti che ancora oggi Roma sta pagando per le opere realizzate in occasione delle Olimpiadi del ’60 e la rinuncia di grandi città dei 5 continenti a candidarsi ad ospitare l’evento, per i disastri finanziari che esso si trascina di solito, come documenta una inchiesta della Oxford University sull’indebitamento delle altre città che hanno ospitato questo evento.
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Al contrario, l’amministrazione capitolina a 5 stelle, come ha spiegato in particolare il vice sindaco Frongia, rispondendo alle varie domande dei giornalisti, ha un piano molto articolato per dotare la città di impianti sportivi efficienti (anche recuperando quelli esistenti e abbandonati al degrado) al servizio di tutti gli abitanti della capitale.
Ma Frongia ha affermato che è stata già approntata la mozione con la quale sarà poi il consiglio comunale a deliberare formalmente l’annullamento della candidatura.
E la Raggi, al giornalista che le ha chiesto perché non ha fatto decidere ai romani con un referendum, come aveva promesso, l’orientamento sulle Olimpiadi, ha risposto molto semplicemente che il referendum c’è stato il 19 giugno con il ballottaggio tra lei e il candidato del Pd, Giachetti, che ha puntato, anche con i manifesti a 5 cerchi (contrapposti alle 5 stelle), la sua campagna elettorale contro di lei che si era pronunciata chiaramente per il No: gli elettori, dando a lei il 64% dei voti contro il 34% a Giachetti, ha detto il suo no alle Olimpiadi.
IL GIORNO DOPO. Di nuovo insieme (con baciamano di Magarò alla Raggi) per gli Europei di calcio 2020. Meno di 24 ore dopo, mercoledì 22, il sindaco Virginia Raggi e il presidente del Comitato olimpico Malagò si sono di nuovo ritrovati insieme alla Sala delle Armi del Foro Italico per la cerimonia di presentazione del logo di Euro 2020 di calcio, di cui Roma ospiterà 4 partite. Ad accoglierla con un saluto e un ringraziamento il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. Raggi si è poi incrociata con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che l’ha salutata con un baciamano.
“Sono onorata di essere qui e contenta di dire che Roma ospiterà quattro partite dell’Europeo di calcio del 2020. Sapere di poter ospitare un evento così importante ci rende orgogliosi. Il calcio per noi deve rappresentare una grande leva per l’integrazione e uno strumento per diffondere il valore del rispetto”, ha detto la Raggi.
Le polemiche non si sono sopite, anche se Renzi ha detto quello delle Olimpiadi è un capitolo chiuso. C’è chi parla di un “pianoB” per le Olimpiadi, ma Malagò dice: “Teoricamente ci sono diversi piani B: ma non è la strada giusta. Perderemmo credibilità.In passato ci sono stati Paesi che hanno continuato a sostenere la candidatura quando ci sono stati problemi con i comuni: hanno sostituito con un commissario le prassi tradizionali. Ma io dal primo giorno ho sostenuto che questa non sia la strada giusta”.
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