Il premio Nobel per la Letteratura 2017 va allo scrittore giapponese naturalizzato britannico Kazuo Iashiguro perché “nei suoi romanzi di grande impatto emotivo ha svelato l’abisso che si nasconde sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo”. L’annuncio è stato dato dalla segretaria permanente dell’Accademia di Svezia, Sara Danius.
“E’ un grande onore, soprattutto perché significa che sto seguendo le orme dei più grandi autori che mi hanno preceduto, quindi per me è un riconoscimento straordinario”. Queste le prime parole dello scrittore alla Bbc. Ishiguro ha anche confessato all’emittente britannica di non essere stato contattato dal comitato del Nobel e di non sapere, appena avuta la notizia, se si trattasse di una frottola.
“Il mondo è in un momento molto incerto – ha aggiunto lo scrittore – e spero che tutti i premi Nobel possano costituire una forza per qualcosa di positivo al mondo. Sarò molto commosso se riuscissi in qualche modo a contribuire a migliorare l’atmosfera che in questo momento è di grande incertezza“, ha concluso lo scrittore.
Ishiguro, considerato tra i più grandi autori di lingua inglese del secondo dopoguerra, capace di ricreare suggestive atmosfere rarefatte, si è affermato a livello mondiale con il romanzo “Quel che resta del giorno” (1989), dal quale è stato tratto nel 1993 il film omonimo del regista James Ivory, con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.
“Quel che resta del giorno” ha vinto il prestigioso Man Booker Prize nel 1989. Tre anni prima, nel 1986, Ishiguro aveva vinto il Premio Withbread per il suo secondo romanzo, “Un artista del mondo fluttuante“.
Con Salman Rushdie e Hanif Kureishi, Ishiguro fa parte del gruppo di scrittori, di origini diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d’origine. La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte con infinita cura, ricordano i grandi romanzieri nipponici classici. Nel 2005 ha vinto il Premio Alex con “Non lasciarmi”, diventato il film omonimo con la regia di Mark Romanek nel 2010. Nel 2008 il “Times” l’ha incluso fra i 50 più grandi autori britannici dal 1945.
Kazuo Ishiguro è nato a Nagasaki l’8 novembre 1954 e si è trasferito con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, divenne definitivo. Si è laureato nel 1978 in letteratura e filosofia ed attualmente vive a Londra con la moglie scozzese, Lorna MacDougall, assistente sociale, e la loro figlia Naomi. Scrive in lingua inglese e si firma con il cognome preceduto dal nome.
Perfettamente integrato nella cultura britannica, Ishiguro privilegia una forma di scrittura non lontana dal tradizionale realismo occidentale, differenziandosi in questo dagli orientamenti postmoderni e dalle aperture multiculturali dei giovani scrittori britannici. Suo tema dominante è la rievocazione di un passato individuale e nazionale, situato negli anni del secondo dopoguerra, in un mondo dove è in atto un totale mutamento di costumi, accompagnato dalla perdita dei valori tradizionali.
Pur frequentando fin da bambino le scuole in Inghilterra, Ishiguro fu educato secondo le tradizioni giapponesi. Si è laureato in filosofia e letteratura alla University of Kent (1978) e poi ha poi seguito corsi di scrittura creativa, avendo tra gli insegnanti Malcom Bradbury e Angela Carter.
Alle sue origini orientali sono forse da ascrivere la meticolosità descrittiva e l’estrema chiarezza formale, così come gli accenni a una realtà sinistra e crudele, presenti soprattutto nei primi romanzi (“Un pallido orizzonte di colline” del 1982 e “Un artista del mondo fluttuante” del 1986), ambientati in Giappone.
È però un romanzo integralmente britannico, “Quel che resta del giorno” (1989), quello che ha dato a Ishiguro il successo internazionale, grazie anche all’accurata versione cinematografica fornitane da James Ivory nel 1993: il passato di una residenza aristocratica inglese, prima e durante la seconda guerra mondiale, rivive in questo libro attraverso lo sguardo, tardivamente consapevole, del maggiordomo che, per eccessiva fedeltà agli istituti gerarchici, si è negato una grande storia d’amore.
La rievocazione di un passato, individuale o collettivo, comunque irrecuperabile è del resto il tema dominante di tutta l’opera di Ishiguro, come dimostrano anche i successivi romanzi: “Gli inconsolabili” (1995) e specialmente “Quando eravamo orfani” (2000), dove l’indagine su una misteriosa, remota sparizione ha le suggestive movenze di una detective story.
Nel 2005 ha scritto “Non lasciarmi” per il quale ha ricevuto il Premio Alex e il Commonwealth Writers Prize. Nella sua produzione più recente spicca la raccolta di racconti “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” e il romanzo “Il gigante sepolto” (2015).
Tutti i suoi romanzi sono tradotti in italiano da Einaudi: “Un pallido orizzonte di colline” (1982), “Un artista del mondo fluttuante” (1986), “Quel che resta del giorno” (ultima edizione Super Einaudi Tascabili 2016), “Gli inconsolabili” (1995 e 2012), “Quando eravamo orfani” (2000), “Non lasciarmi” (ultima edizione Super ET 2016) e “Il gigante sepolto” (2015, ultima edizione Super Einaudi Tascabili 2016). Per Einaudi ha pubblicato anche la raccolta di racconti “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” (2009 e 2010).
(servizio AdnKronos)
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