Ad onta di un curriculum professionale di tutto rispetto, il prefetto di Cosenza, dottoressa Paola Galeone, 58 anni, originaria di Taranto, si trova coinvolta in una inchiesta nella quale è indagata perché avrebbe intascato una sorta di “tangente” di 700 euro da una imprenditrice. La quale avrebbe fatto in modo da mettere in condizioni agenti della squadra mobile di Cosenza di registrare il passaggio di denaro, avvenuto con la consegna della busta contenente il denaro, secondo l’accusa, in un bar della città.
In sostanza, il prefetto Galeone avrebbe proposto all’imprenditrice di emettere una fattura fittizia di 1.220 euro allo scopo di intascare la parte di fondo di rappresentanza accordata ai prefetti che era rimasta disponibile alla fine dell’anno. Sempre secondo l’accusa, 700 euro della somma concordata sarebbero andati al prefetto Galeone e 500 all’imprenditrice.
IL CURRICULUM.
Paola Galeone prima di assumere il ruolo di prefetto di Cosenza aveva svolto le stesse funzioni a Benevento. Nata a Taranto il 5 agosto 1961, si è laureata in Giurisprudenza ed in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Bari. Entrata nell’Amministrazione civile dell’Interno nel dicembre 1987 ed assegnata alla Prefettura di Taranto, ha ricoperto diversi incarichi, tra cui, per undici anni quello di Capo di Gabinetto, Responsabile Ufficio Stampa e Ufficio Pubbliche Relazioni, Funzionario alla Sicurezza, Coordinatore dell’Ufficio Affari Sociali nonché Dirigente dell’Ufficio N.O.T.
Trasferita il 31 marzo 2008 proprio a Cosenza con l’incarico di vicario del prefetto, dal 31 marzo 2008 al 26 luglio 2009 ha ricoperto, altresì, l’incarico di Dirigente reggente dell’Area I – Ordine e sicurezza pubblica e dal 29 luglio 2010 quello di reggente dell’Area II – Raccordo con gli Enti Locali e consultazioni elettorali.
Assegnata dal 6 settembre 2010 alla Prefettura di Campobasso, ha disimpegnato le funzioni di viceprefetto vicario fino al 29 dicembre 2013, ricoprendo anche l’incarico di Dirigente reggente dell’Area IV BIS (Diritti Civili, Cittadinanza, Condizione Giuridica dello Straniero, Immigrazione e Diritto d’Asilo dal 13.6.2011 al 9.9.2011), di Responsabile dell’Ufficio Provinciale di Censimento, istituito per il 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, dall’1.4.2012 al 31.12.2012 e di Reggente il Servizio II – Amministrazione, Servizi Generali e Attività Contrattuali dall’1.10.2013 al 29.12.2013.
Con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2013 è stata nominata prefetto con incarico di Vice Commissario del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Abilitata all’esercizio della professione forense e all’insegnamento di “Discipline giuridiche ed economiche”, è iscritta all’Albo dei Docenti della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno ed all’Albo dei Giornalisti della Regione Puglia. Ha conseguito, altresì, il Diploma in Diritto Comparato presso l’Università di Urbino ed i Master annuali in “Economia del Settore Pubblico” in “Cittadinanza Europea e Amministrazioni Pubbliche” ed in “Comunicazione, informazione e rapporti con i media”.
Tra i numerosi corsi frequentati il corso di perfezionamento in “Amministrazione e Finanza degli Enti Locali”organizzato dall’Università di Napoli Federico II; corso di perfezionamento in ” Affari Comunitari” organizzato dal Centro Alti Studi Europei svoltosi ad Urbino; Stage su “Linee di governo dell’economia comunitaria” tenutosi presso l’Institut Internazional des Sciences Administratives di Bruxelles; Corso «l’Union Européenne et l’élargissement à l’Est». Corso multidisciplinare universitario di “Educazione allo sviluppo” organizzato dall’Università di Bari. Ha presieduto, inoltre, le Commissioni straordinarie per la gestione provvisoria dei Comuni di Platì e di San Ferdinando , in provincia di Reggio Calabria, di Casapesenna , in provincia di Caserta, sciolti per ingerenze della criminalità organizzata .
È insignita dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana” e dell’onorificenza di Dama dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
C’è da chiedersi come è possibile che una funzionaria dello Stato abbia potuto distruggere tutto questo per una “mazzetta” di 700 euro.
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