Il nome di un altro italiano si aggiunge oggi ai 20 nostri illustri connazionali iscritti negli anni nell’album dei Premi Nobel: Giorgio Parisi, fisico teorico dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. Parisi è stato premiato per le sue ricerche sui sistemi complessi, condividendo l’ambìto riconoscimento con Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, i due ricercatori premiati per le loro ricerche sui modelli climatici e il riscaldamento globale.
Finora sono 20 i Nobel assegnati a italiani fin dalle origini del premio. Dei 20 riconoscimenti, 12 sono quelli scientifici e di questi 5 quelli per la Fisica, 6 per la Medicina e uno per la Chimica. Fra i 20 le donne sono solo due: Grazia Deledda, per la Letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini, per la Medicina 60 anni più tardi, nel 1986. L’ultimo Nobel a un ricercatore nato in Italia è quello del 2007 a Mario Capecchi, attivo negli Usa; ma per risalire a un ricercatore italiano che ha svolto in Italia la maggior parte del lavoro bisogna risalire a 62 anni fa, al Nobel per la Chimica assegnato nel 1959 a Giulio Natta.
«Sono felice, non me lo aspettavo, ma sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità», ha detto Giorgio Parisi in collegamento con l’Accademia delle Scienze di Stoccolma. «Tanti altri ricercatori italiani avrebbero meritato il Nobel – ha poi aggiunto, con una modestia che gli fa onore, in una intervista all’Ansa, citando il fisico con il quale si è laureato – Il Nobel sarebbe dovuto andare anche a Nicola Cabibbo, mi dispiace che le scelte della Fondazione Nobel non siano andate in questa direzione. La ricerca è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che la ricerca in Italia sia finanziata sul serio – ha aggiunto – Perciò spero che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca, perché questo significa investire sui giovani».
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha espresso al professore Giorgio Parisi le più vive e sentite congratulazioni per la vittoria del Premio Nobel per la Fisica, a nome del Governo e suo personale. Il Professor Parisi è un pioniere della ricerca nella fisica teorica e ha legato il suo nome a scoperte decisive nel campo della cromodinamica quantistica e dello studio dei sistemi disordinati complessi, dalla scala atomica a quella planetaria. Draghi riceverà il professor Parisi a Palazzo Chigi per complimentarsi per lo straordinario successo.
“È una giornata storica per l’Italia e per questo voglio dire un grande Grazie a Giorgio Parisi. Credo di poterlo fare a nome di molti“: è il commento del ministro dell’Università e la Ricerca, Maria Cristina Messa: «Dire ‘complimenti’ al nostro neo-vincitore del Premio Nobel per la Fisica è persino riduttivo: Giorgio, con la vita dedicata alla scienza e alla ricerca, con la passione che non lo ha mai abbandonato, è stato negli anni, e continua a esserlo oggi, maestro ed esempio per tanti giovani, ricercatori e non. La ricerca richiede idee originali, libertà, rigorosità, disciplina; richiede di saper perseguire i propri scopi con alti e molti bassi, ma dà opportunità e speranza al mondo, soprattutto alle nuove generazioni, insegna a usare metodi che spingono al confronto e consentono di giungere a sintesi utili. Anche questa – ha concluso – oggi, è la lezione che ci consegna Giorgio Parisi».
Dal 1901 al 2020 sono stati assegnati 114 Nobel in questo campo della ricerca. Sono state soltanto 4 le donne che finora lo hanno vinto: Marie Curie nel 1903, Maria Goeppert-Mayer nel 1963, Donna Strickland nel 2018 e Andrea Ghez nel 2020. Finora solo un fisico è stato premiato 2 volte: John Bardeen. Il più giovane è stato Lawrence Bragg, che è stato premiato quando aveva 25 anni, insieme al padre. Il più anziano è stato Arthur Ashkin.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso grande soddisfazione per il conferimento del Premio Nobel per la fisica a Giorgio Parisi e gli ha rivolto le più grandi congratulazioni per questo ‘altissimo riconoscimento che rende onore all’Italia e alla sua comunità scientifica‘.
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