Il presidente Conte, documenti alla mano, sconfessa le balle e le offese di Salvini e della Meloni sul Meccanismo Europeo di Stabilità

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, documenti alla mano, ha dimostrato oggi, prima alla Camera, poi in Senato, quanto false e calunniose verso di lui siano le accuse che in questi giorni gli sono state rivolte in merito alla posizione del governo sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, il cosiddetto “salva-Stati”. Ma non solo false e calunniose quelle accuse: anche autolesioniste, perché, come Conte ha fatto emergere esibendo una puntuale documentazione, Salvini ha partecipato, quando era vicepremier del governo precedente, alle riunioni del consiglio dei ministri e alle sedute del parlamento in cui sono state prese le decisioni sul MES. Dunque: il capo della Lega è in mala fede o è ignorante? Conte ha lasciato a lui la scelta. La Meloni, che ha tenuto bordone al suo alleato nei giorni scorsi, ha scelto una scappatoia, dicendo che Conte ha smentito il suo governo. Che pena!

“Sono qui, in parlamento, per l’informativa sulle modifiche al Mes non solo perché doverosa ma anche perché ho sempre cercato di assicurare una interlocuzione chiara e trasparente con Il Parlamento”, ha sottolineato Conte.

“Chi è all’opposizione – ha affermato Conte – sta dando prova di scarsa cultura delle regole e mancanza di rispetto per le istituzioni “. “E’ stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. E’ falsoAnche chi è all’opposizione ha compiti di responsabilità“.

“Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione – puntualizza – è questione differente dall’accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”. ha ribadito Giuseppe Conte.

“Mi sembra quasi superfluo – ha detto ancora Conte – confermare a quest’Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio Governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei”.

“Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui “disinvoltura” a restituire la verità e la cui “resistenza” a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni” nel “diffondere notizie allarmistiche, palesemente false” sul Mes.

Il premier Conte è tornato sul Mes alla presentazione del libro photoansa 2019: “C’è stata molta mistificazione, e sono rimasto sorpreso del fatto che la polemica politica possa colorarsi fino a questo punto. Far passare un messaggio di alto tradimento senza che venga chiesto “ma come”? A parte che alto tradimento è una figura giuridica che si addice al presidente della Repubblica. Perché alto tradimento? Perché non c’è stato coinvolgimento? Oggi in Aula tutto è stato dimostrato” in senso contrario. “Ovviamente un negoziato come quello del Mes ha offerto tante insidie, ma le abbiamo tutte scansate. Per il resto entriamo nella sfera dell’opinabile”.

«Nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2019 – ha ricordato Conte – è stata presentata e illustrata nel dettaglio la “Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea, relativa all’anno 2018” in cui si parlava della trattativa condotta anche del Mes. In Cdm nessuno dei ministri presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere».

Durante l’informativa del presidente del Consiglio sul Mes nell’Aula della Camera la tensione è altissima. Conte è più volte interrotto dagli applausi della maggioranza e dalle proteste della opposizione. Accanto ai banchi della presidenza ci sono diversi commessi pronti ad intervenire in caso di disordini.

I deputati del Pd applaudono quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte cita il ringraziamento che il senatore della Lega Alberto Bagnai gli fece durante l’esame del Mes al Senato. Immobili i deputati della Lega.

Il premier ha ricordato di aver riferito sul Mes “il 19 marzo 2019, nel corso delle comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo del 21 e del 22 marzo, benché quel Consiglio, a differenza di quello di dicembre, non avrebbe avuto un corrispettivo in forma di Eurosummit, mi sono ugualmente soffermato diffusamente sul tema, in ragione dell’assoluto rilievo della questione per il futuro assetto economico e finanziario dell’Unione europea, mosso dalla consapevolezza di quanto fosse decisiva un’interlocuzione costante con il Parlamento. Neanche in quell’occasione, né al Senato né alla Camera dei deputati, risultano richieste di ulteriori approfondimenti da parte dei parlamentari intervenuti in discussione generale o in dichiarazione di voto“.  “Nelle comunicazioni del 19 giugno, in vista dell’Eurosummit che si è tenuto a Bruxelles il 21 giugno, ho nuovamente affrontato il tema, anche perché un generale consenso sulla bozza era stato raggiunto il 13 giugno dai ministri dell’Economia dell’area euro”.

“In merito al pericolo di un automatismo nella ristrutturazione del debito che verrebbe introdotto dal trattato riformato, è opportuno ribadire – come ha chiarito il ministro Gualtieri – che il nuovo trattato non modifica affatto la disciplina relativa al coinvolgimento del settore privato nella eventuale ristrutturazione del debito pubblico del paese che beneficia dell’assistenza finanziaria del Mes”.

“Il nuovo Trattato, lascia a una valutazione tutt’altro che automatica la verifica della sostenibilità del debito e delle condizioni macroeconomiche dei paesi beneficiari dell’intervento del MES, coerentemente con quanto preteso dall’Italia che si è opposta ad altri paesi che avrebbero invece voluto maggiori automatismi”.

“In conclusione, considerando i numerosi interventi svolti, in Assemblea e nelle commissioni parlamentari, sia alla Camera sia in Senato, possiamo convenire che le accuse, mosse in questi giorni da diversi esponenti politici di opposizione, circa una carenza di informazione e di consultazione su questa materia così sensibile, siano completamente false“.

Nonostante tutta questa documentata argomentazione i leghisti hanno continuato ad ubbidire alla logica della propaganda offensiva esibendo in aula al Senato cartelli con la scritta “Il Conte Pinocchio“. Una faccia tosta davvero squallida.  Poi, finalmente, la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha chiesto la rimozione del cartello sospendendo la seduta.

A Salvini e alla Meloni non resta altro da fare che balbettare qualche maldicenza nei corridoi di Palazzo Madama e di Montecitorio. Mentre Di Maio, con un’espressione indecifrabile, alla Camera se ne sta impalato accanto a Conte e al Senato non si presenta neppure, imitato da parecchi parlamentari 5stelle, mentre i sondaggi segnalano un nuovo calo dei consensi del Movimento.

 

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