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di ROMANO LUSI – Giuseppe Conte, in una conferenza stampa annunciata dalla mattina, ma tenuta stasera a Palazzo Chigi, 20 minuti prima dei tg delle 20, ha annunciato il nuovo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri con il quale si prendono altre importanti decisioni per fronteggiare sia l’epidemia di coronavirus , sia le conseguenze economiche che ne sono derivate e ne deriveranno. Ma anche per fare chiarezza sui termini del confronto che il nostro governo sta avendo con quelli degli altri paesi dell’Unione, denunciando il danno che stanno procurando all’Italia gli squallidi attacchi che vengono dalle destre, segnatamente da Salvini e Giorgia Meloni, e che rischiano solo di indebolire l’azione che il governo e in particolare il ministro dell’Economia, Gualtieri, stanno svolgendo per convincere i partner europei all’adozione di misure economiche adeguate alle enormi difficoltà create dalla crisi sanitaria.
“L’auspicio – ha detto – è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela e gradualità, ma ripartire: dipenderà dai nostri sforzi”. La massima cautela però s’impone perché “se cediamo adesso c’è il rischio di ripartire daccapo. Perciò è necessario tenere alta attenzione anche a Pasqua“, spiega Conte e precisa: “Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Ma servirà un programma articolato e organico”, perciò ha annunciato la formazione di un gruppo di lavoro composto da esperti presieduto dal manager Vittorio Colao. A questo comitato spetterà valutare se, anche prima del 4 maggio, si saranno verifictate le condizioni per aprire alcune attività produttive.
Poi Conte è passato a fornire le informazioni sulla evoluzione che sta avendo la serrata trattativa con gli altri governi europei per superare il ricorso al MES (il cosiddetto “Salva Stati”) nel reperimento dei finanziamenti ai paesi dell’Unione per il rilancio delle attività economiche, paralizzate dalle misure restrittive che si sono rese indispensabili per arginare la diffusione del contagio virale. E qui ha lanciato un duro attacco all’azione denigratoria che contro l’operato del governo italiano stanno conducendo i due capi dell’opposizione di destra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. “Un’opposizione basata sulla denigrazione e sulla menzogna. Costoro “parlano del MES come se fosse stato inventato ieri sera e fingono di non sapere che, invece, è stato istituito nel 2012, quando in Italia c’era un governo di destra, in cui la Meloni era ministro”.
Le falsità, le menzogne – ha detto – ci fanno male, perché ci indeboliscono nella trattativa. La lotta per gli eurobond, la farò al Consiglio dell’Ue. Non firmerò nulla senza strumenti adeguati alla sfida al coronavirus”.
“La proposta europea la valuto nel suo complesso nel Consiglio europeo: lottiamo per gli Eurobond. La risposta comune o è ambiziosa o non è, non abbiamo alternative”, ha aggiunto. “Non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l’Europa e tutti gli stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti”.
BERLUSCONI PRENDE LE DISTANZE DA SALVINI E MENONI – (Ansa) – L’intesa raggiunta all’ Eurogruppo “è un compromesso al ribasso” anche perché del Recovery Fund occorre ancora “definire le caratteristiche e l’entità”, ma sarebbe “sbagliato dire che l’Europa non fa niente” visto quanto già messo in campo da Bce, Bei e Commissione europea. Lo ha detto il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi intervistato da Radio Monte Carlo.
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