di LUCA DELLA MONICA – La spedizione dei “mille” (che in realtà erano circa trecento) in maglietta gialla, organizzata e guidata dall’ex boy scout Matteo Renzi, costerà cara a Matteo Orfini. Il presidente ridens del Pd è destinato a perdere quanto prima l’incarico di commissario del partito nella capitale perché è stata sua l’idea della sceneggiata intitolata “Il pd pulisce Roma”, entusiasticamente ma incautamente raccolta e cavalcata dal ri-segretario.
Nei punti, una quarantina, individuati per il “ramazza day”, i poveri volontari o non hanno trovato spazzatura da raccogliere, o, addirittura, hanno trovato attivisti Cinquestelle all’opera prima che loro arrivassero. Ciò è capitato in particolare alla capogrupopo del Pd in Consiglio comunale recatasi a Centocelle un’ora dopo che la “concorrenza” era ormai già all’opera. Prima ha reagito male, poi, su intimazione del promotore, ha fatto buon viso a cattivo gioco e ha dichiarato: “stiamo lavorando insieme con gli attivisti del M5s”. Ma pare che, a denti stretti, abbia commentato: “Orfini me la pagherà”. Richiesta girata al consorte, il ministro Franceschini. Che a sua volta potrebbe girarla a Renzi. E, insieme con la ministra Madia, anche lei di giallo vestita (nella foto-ricordo dell’operazione, con Orfini), si è messa alla ricerca di qualche cartaccia da raccattare in strada o si è inoltrata in qualche parco a raccogliere un po’ di foglie secche, benché non fossero catalogabili come immondizia.
Le tv hanno comunque per tutta la giornata continuato ad inserire nei telegiornali immagini dei “mille” e chi non vive a Roma avrà pensato che questo non fosse uno spot propagandistico ma uno schiaffo alla sindaca Raggi. La quale – ricordando che, se a Roma un problema spazzatura esiste da ben prima che nascesse il movimento 5 stelle, lo si deve alle sciagurate politiche di chi ha governato la città negli ultimi venti anni – ha dato il benvenuto agli attivisti in maglia gialla e a chi li ha ingaggiati, auspicando che proseguano nell’opera anche le prossime domeniche. Almeno fino a quando la Regione non avrà deciso di accogliere la spazzatura di Roma negli impianti di smaltimento per il tempo necessario al Comune per attuare il piano che sta illustrando ai cittadini negli incontri che si stanno svolgendo in tutti i municipi della capitale.
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