Era stato pubblicato sulla rivista “Micromega”, alla vigilia del voto del 25 luglio, questo editoriale di Paolo Flores d’Arcais in cui erano indicati i rischi che la legge elettorale “Rosatellum” conteneva per le sinstre, e come andavano evitati. Ma l’appello non è stato raccolto e se ne sono viste le conseguenze, soprattutto sull’esito delle elezioni per il Pd. Lo abbiamo riprodotto alla vigilia del voto, ma era troppo tardi per rimediare agli errori e se ne sono viste le conseguenze.
di PAOLO FLORES D’ARCAS – Caro Letta, caro Conte, peccato che nulla sappiate di Renato Cesarini, grandissima mezz’ala della Juventus nei primi anni trenta, che risolveva partite con un gol all’ultimo minuto (da cui la locuzione “in zona Cesarini”, passata dal calcio al linguaggio comune). O che la “zona Cesarini” l’abbiate comunque in gran dispetto, visto che anziché segnare il gol delle candidature comuni nei collegi uninominali avete deciso lo sciagurato e duplice autogol di andare alle urne divisi, regalando alle destre ex-post-neo-filo-para fasciste decine e decine e decine di seggi nel nuovo parlamento. Grazie ai quali scranni, elargiti dalla vostra miope boria identitaria, tali destre avranno altissime probabilità di poter fare a pezzi la Costituzione repubblicana (che odiano con tutto il cuore, visto che nasce dalla Resistenza antifascista) senza che si debba tenere un referendum con cui we, the people, potremo approvare o rifiutare lo scempio che ne faranno.
Caro Letta e caro Conte, complimenti, dunque. Les jeux sont faits, rien ne va plus. Le destre ex-post-ecc dilagheranno in parlamento, e voi ne siete i responsabili. Caro Letta, ha poco senso gridare al pericolo ora, visto che il rifiuto catafratto di ogni accordo con il M5S tale pericolo ha alimentato all’attuale dismisura, che ogni sondaggio certifica e accresce. Caro Conte, ha poco senso dichiarare di essere “assolutamente orgoglioso” della controffensiva ucraina contro l’invasione putiniana ma di essere fermamente contrario all’invio di armi alla Ucraina stessa. Bisogna avere più rispetto per le signore, in questo caso la signora Logica: la controffensiva, che speriamo sempre più vittoriosa fino a completa cacciata degli invasori, è il frutto dell’invio di armi su cui per troppo tempo l’Occidente è stato taccagno. Smettere di inviarle significa offrire all’invasione di Putin nuove occasioni di stragi, occupazioni e terra bruciata.
Eppure, cari Letta e Conte, vi voteremo. Comunque. Sul sacrosanto desiderio di punirvi farà aggio il senso di responsabilità, che noi elettori democratici a differenza di voi possediamo, e di perenne riconoscenza verso il patrimonio di morti, torturati, incarcerati, esiliati della Resistenza, da cui è nata la Costituzione che ci rende con-cittadini. E che voi avete evidentemente dimenticato (leggetevi il libro di Aldo Cazzullo appena uscito, “Mussolini il capobanda” per rinfrescarvi memoria e coscienza). Vi voteremo anche se non lo meritate, per aumentare le chance di poter combattere in un referendum gli oltraggi e le infamie che contro la Resistenza e la sua Costituzione queste destre compiranno.
Chi votare, però? I lettori di MicroMega, da buoni illuministi, decideranno secondo propria testa, senza invocare o accettare le dande di chicchessia. Mi limito a qualche considerazione “sine ira et studio”.
Innanzitutto voterà anche chi non andrà alle urne o consegnerà la scheda in bianco o la impreziosirà di qualche improperio. Chi “non vota” si illude di non votare, il suo “non voto” matematicamente equivale a un voto frammentato tra i vari partiti in proporzione esatta a quanto faranno i cittadini che metteranno nelle urne una scheda valida. Analogamente a chi non riempie nessuna casella dell’8 per mille. Chi non vota, pur condividendo un sentimento politico giustizia-e-libertà, in realtà darà mezzo voto alle destre ex-neo-ecc., quasi un quarto al Pd e via conteggiando.
Meno peggio Pd o M5S (ma c’è anche De Magistris con la sua “Unione popolare”)? Nei collegi uninominali la stella polare dovrebbe essere unicamente quella del possibile successo di un candidato. Dove le possibilità sono ragionevoli per un nome Pd o un nome M5S quello va votato, quale che siano i sentimenti o i sommovimenti corporei che quel nome fa insorgere in noi. Dove invece il candidato delle destre (che odiano la Costituzione, non dimentichiamolo mai) ha il seggio in tasca, vuoi per peso proprio vuoi perché i candidati delle non destre si equilibrano e quindi annullano reciprocamente (lo capite, Letta e Conte, quello che avete fatto? Se in un collegio il Pd ha il 33%, il M5S il 33%, vince il candidato anti Costituzione che pure ha appena il 34% e da un candidato unico delle non-destre sarebbe stato non sconfitto ma stracciato), ha senso seguire il criterio del valore del candidato.
Perché alcuni candidati di valore, talvolta di grandissimo valore, M5S e Pd (con i loro alleati) li hanno inseriti. Penso a Roberto Scarpinato, che Conte ha voluto in Sicilia e in Calabria, o all’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, anche lui nelle liste M5S. Penso a Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro, candidati da “Sinistra italiana” che è alleata del Pd, e Andrea Crisanti, capolista Pd al Senato nella circoscrizione Estero (ripartizione Europa). Mi limito a queste, che mi sembrano le scelte più rilevanti, anche se altri nomi (non molti, purtroppo) si potrebbero fare.
Infine, De Magistris e la sua “Unione popolare”. Per chi è attratto dal programma o dalle liste, un voto a “Unione popolare” favorisce inevitabilmente le destre? Non è detto. Se questa formazione prende il 3% più un voto, entra in parlamento. Se il 3% meno un voto, tutto questo monte di voti (circa un milione) vanno al macero, e la percentuale delle destre lievita. Naturalmente votare i candidati di “unione popolare” in collegi uninominali dove un candidato M5S o Pd avesse reali possibilità di vincere sarebbe, questo sì, un regalo alle destre. Il sondaggio più recente, che conferma i precedenti, dà UP all’1%. Votarlo è davvero un azzardo, perciò. Con il neo-ex-ecc. fascismo in agguato possiamo permettercelo?
Naturalmente, caro Letta e caro Conte, potreste avere un soprassalto di intelligenza e generosità, e della sinergia che tra le due virtù può prodursi. Potreste mettervi a tavolino e studiare un sistema di desistenze laddove i vostri voti sommati hanno possibilità molto alte di sconfiggere il candidato neo-ex-ecc. Sono parecchie decine. Ma non lo farete, da quelle due virtù avete deciso di tenervi alla larga.
Andremo alle urne senza nessun entusiasmo, perciò. Ma ci andremo, e vi voteremo. Evitiamo che la mancanza di una sinistra-sinistra, giustizia-e-libertà, egualitaria, laica, illuminista, provochi uno scoraggiamento tale da far restare anche un solo elettore democratico a casa.
Paolo Flores d’Arcais
Commenta per primo